martedì 30 dicembre 2008

Nazim Hikmet - Forse la mia ultima lettera a Mehmet

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Saziarsi della vita, figlio mio,
è impossibile.
Non vivere su questa terra come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda:
in questo mondo devi vivere saldo,
vivere come nella casa paterna.
Credi al grano, alla terra, al mare
ma prima di tutto all'uomo.
Ama la nuvola, il libro la macchina,
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore
il dolore del ramo che si secca,
del pianeta che si spegne,
della bestia ferita,
ma prima di tutto
il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole, della pioggia e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto
godi dell'uomo.............

domenica 28 dicembre 2008

Nazim Hikmet - Ti amo come se mangiassi il pane

Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte
bruciante di febbre
bevessi l'acqua
con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo
il pesante sacco della posta
non so cosa contenga e da chi
pieno di gioia,
pieno di sospetto agitato
ti amo come sorvolassi il mare
per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa
che si muove in me
quando il crepuscolo scende ...
a poco a poco
ti amo come se dicessi:
Dio sia lodato son vivo.


Mi hai chiesto quanto ti amo? Non ho abbastanza parole per spiegartelo, perché mi sembra che qualsiasi cosa io possa dire non sarebbe sufficiente a spiegare quello che provo quando mi sei vicino: quando mi guardi in silenzio, non mi servono né spiegazioni né parole, perché è come se tutto di te mi urlasse il tuo amore, per questo non ho paura e mi sento protetta e al sicuro. E Amata. Perché quello che teme di dire la tua voce lo dicono le tue labbra, i tuoi occhi e le tue mani. La tua bocca, mai sazia di baci, mi dice ti amo. Le tue mani, che mi sfiorano in continuazione mi dicono ti amo. I tuoi occhi, pozzi senza fondo in cui precipitare e perdermi, mi dicono ti amo. E nemmeno ho parole per spiegare il senso di vuoto che provo quando te ne vai. Eppure mi basta sentire il suono della tua voce al telefono che mi chiama tesoro per farmi stare di nuovo bene. Tu sei un uragano che tutto travolge e sei la mia quiete dopo la tempesta. Tu sei un fuoco che mi arde e mi brucia e sei l’acqua che spegne la mia sete. Tu sei il mio mistero più grande, eppure è come se ti conoscessi da sempre... Tu sei il mio sole a mezzanotte, la mia terra promessa. E non smetterò mai di amarti, cuore mio, vita mia, amore mio. Mai. Ti ho amato fin dalla prima volta che mi hai baciata. Ho continuato ad amarti quando tu mi hai detto ti amo per la prima volta. Non ho smesso di amarti quando te ne sei andato, ma ho continuato a farlo nell’attesa del tuo ritorno. E adesso che sei tornato… Ancora e per sempre ti dico TI AMO.

lunedì 8 dicembre 2008

Esiste il male?

Un giorno, un professore ateo sfidò i suoi alunni chiedendo: Dio ha fatto tutto ciò che esiste? Uno studente rispose coraggiosamente: "Sì, l'ha fatto!" - Proprio tutto? Chiese il professore. - Sì, proprio tutto. Rispose lo studente. Allora, Dio ha fatto anche il male, giusto? Rispose il professore. Perché il male esiste…. Lo studente non seppe rispondere, e rimase in silenzio. Il professore era visibilmente soddisfatto di aver provato ancora una volta che la Fede era solo un mito. All’improvviso, un altro studente alzò la mano e chiese: “Posso farle una domanda, professore?” “ Certamente”, gli rispose il professore. Il freddo esiste? - È chiaro che esiste - Rispose il professore - Non hai mai sentito freddo? “ In realtà, professore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della Fisica, ciò che noi consideriamo freddo, nella realtà è assenza di calore. Un oggetto può essere studiato solo quando ha e trasmette energia, ed è il calore che fa in modo che tale corpo ha e trasmette energia. Lo zero assoluto è l'assenza totale e assoluta del calore, tutti i corpi rimangono inerti, incapaci di reagire. Ma il freddo non esiste. Noi abbiamo creato questo termine per descrivere come ci sentiamo quando ci manca il calore.” - “E l’oscurità?” Continuò lo studente. - ”Esiste”.  Rispose il professore. “Di nuovo, professore, si inganna. L’oscurità è l’assenza totale di luce. Possiamo studiare la luce, ma non l'oscurità. Il prisma di Newton scompone la luce bianca nei suoi vari colori, secondo la lunghezza d’onda. L’oscurità è il termine che noi abbiamo creato per descrivere la totale assenza di luce.”  E infine, lo studente chiese: “E il male, professore? Esiste il male? Dio non creò il male. Il male è l’assenza di Dio nel cuore delle persone, l’assenza dell’amore, dell’umanità e della fede. L’amore e la fede sono come il calore e la luce. Esistono. La loro assenza produce il male”.  Questa volta fu il professore che rimase in silenzio.

E il nome dello studente?
ALBERT EINSTEIN