Io continuerò a scrivere. E tu continuerai a leggere. Io scrivo per raggiungerti, perché a parole non riesco a farlo. Perché mi leggi tu non lo so bene, ma so che in fondo anche se la mia verità ti fa male, tu ne hai bisogno per crescere. Entrambi sappiamo che non possiamo fare altrimenti. Come entrambi sappiamo che non possiamo smettere di amarci. Perché nonostante tutto, un amore così non lo incontri molte volte in una sola vita. E l’unica cosa che non rimpiangerò mai è di averti incontrato e di amarti così tanto... Perché un amore come il nostro non smette di esistere senza un motivo. Muore solo se noi lo lasciamo morire... Mi dispiace se stasera ti ho mandato via… Forse ho sbagliato, perché stavolta tu volevi parlare… E non sei scappato come al solito per primo… Ma io non ce la facevo più… Anche se mi sono subito pentita di averlo fatto… Anche se avrei voluto urlarti di restare… Ma a cosa sarebbe servito? Solo a prolungare la mia agonia… Ed io in questo periodo non ho più energia sufficiente per lottare ancora… E forse mi sono solo illusa che tu mi amassi quanto ti amo io… Altrimenti avresti capito la mia sofferenza e saresti rimasto… Altrimenti mi avresti detto ti amo l’altra notte, quando eravamo così vicini come non succedeva da mesi… E ti guardavo e pensavo: ti prego ti prego ti prego… Ho “bisogno” di sentirtelo dire! Io avevo bisogno di sentirmelo dire come tu ieri volevi una risposta al tuo messaggio… Tu mi rinfacci cose successe tre anni fa… Se lo faccio io mi rispondi che il passato è passato… Perché le regole non sono mai le stesse per entrambi?
sabato 31 luglio 2010
martedì 27 luglio 2010
Vite parallele
Compartimenti stagni. Ecco cosa era la sua vita.
Una serie di compartimenti stagni.
Uno per la famiglia.
Quello più importante,
quello che lo teneva al riparo dentro un bozzolo protettivo
ma che in fondo gli impediva di crescere…
come una splendida crisalide
imprigionata in una ragnatela
che non gli avrebbe permesso di diventare farfalla.
Poi c’era quello degli amici.
Forse un poco più elastico.
Ma anch’esso scandito da regole fisse,
da abitudini costanti e ripetitive.
Che lui chiamava “voglia di essere libero”
Ma ugualmente chiuso, statico ed ermetico.
E poi c’era quello in cui teneva lei.
Il più lontano, il più “rigido”,
con spigoli duri e taglienti.
Il meno importante.
Anche se lui negava.
Anche se lui non lo ammetteva…
nemmeno con sé stesso.
Il più difficile da gestire,
perché per quanto lui si affannasse a ripararne le crepe…
il più soggetto a sfuggire al suo controllo.
E prima o poi si sarebbe incrinato definitivamente,
e lei sarebbe riemersa all’aria e alla luce.
Lei non poteva vivere nell’ombra,
chiusa dentro una scatola buia.
L’amore ha bisogno di aria, di luce,
di verità e di fiducia per crescere.
L’amore non si può chiudere in una scatola
da aprire quando non si hanno altri impegni.
All’ombra di menzogne e cose non dette,
l’amore muore.
E se lui non avesse accettato finalmente
di vivere una sola vita…
avrebbe scoperto anche troppo presto
che viverne troppe è faticoso,
e alla fine si finisce per non viverne bene nessuna.
E a qualcosa bisogna rinunciare…
non si può avere sempre tutto.
E se voleva rinunciare a lei…
facesse pure, lei non avrebbe reagito.
Ma questa volta non si sarebbe fermata ad aspettarlo.
Questa volta non l’avrebbe lasciato tornare…
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