giovedì 23 ottobre 2008

Il cuore più bello del mondo - citazione:dal blog di Hitch

Non è bello ciò che è bello, ma ciò che piace...
ovvero: la vera bellezza è dentro di noi e si riflette negli occhi di chi ci ama...

C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di aver il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso. All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio che, emergendo dalla folla, disse: “Bhe, a dire il vero il tuo cuore è molto meno bello del mio”. Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla e del ragazzo. Certo quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta era pieno di grossi buchi dove mancavano dei grossi pezzi. Così tutti quanti, perplessi, osservavano il vecchio domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.Il giovane guardò com’era ridotto quel cuore e scoppiò a ridere: “ Starai scherzando!”, disse, “ Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, merntre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime”. È vero!”, ammise il vecchio, “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato, e spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio. Ma certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone. E chissà, forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro.Comprendi adesso che cosa sia il vero amore?”.Il giovane era rimasto senza parole e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio e gliel’offrì con mani tremanti. Il vecchio lo accettò, lo mise sul suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse:“Se la nota musicale dicesse:-Non è una nota che fa la musica, non ci sarebbero le sinfonie.Se la parola dicesse:- Non è la parola che può fare la pagina, non ci sarebbero i libri.Se la pietra dicesse:- Non è una pietra che può alzare un muro, non ci sarebbero case.Se la goccia d’acqua dicesse:- Non è una goccia d’acqua che può fare un fiume, non ci sarebbero gli oceani.Se l’uomo dicesse:- Non è un gesto d’amore che può rendere felici e cambiare il destino dell’uomo, non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra”. Dopo aver ascoltato il giovane guardò il suo cuore, che non era più il cuore più bello del mondo, ma che lui ora trovava più meraviglioso che mai: perché l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
 
E come la sinfonia ha bisogno di ogni nota; come il libro ha bisogno di ogni parola; come la casa ha bisogno di ogni pietra; come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua; così io ho bisogno di te, ho bisogno del tuo amore, perché per me sei unico ed insostituibile...



domenica 5 ottobre 2008

In fondo ai tuoi silenzi

Una collana verde. Verde come il colore che amo di più. E due fotografie. Una di noi due in vacanza insieme, da sempre appesa al muro vicino al mio letto. E quella che mi hai mandato settimana scorsa, con te piccolo al mare. Tutto quello che ho di te. Oltre ai ricordi. Oltre alla sofferenza del mio cuore, che continua a  non capire cosa vuoi da me. Perché non parli una buona volta? Perché invece di continuare a fare il tira-e-molla con me non mi dici una volta per tutte cosa vuoi? Ieri sei venuto al campo. Perché? Adesso non credo più che tu ci venga solo perché ti piace lavorare con i cani. E poi la telefonata per strada. E poi il messaggio a casa…Ti aspettavi che fossi io a dirti VIENI? Non sai come avrei voluto dirtelo, non sai quanto mi è costato non farlo. Ma non l’ho fatto. Ci sono riuscita. E non te lo dirò mai più, io non ti chiederò più di raggiungermi. Sai cosa mi ha dato la forza di riuscirci? Il ricordo e la sofferenza di sabato scorso. Quando ero io ad avere bisogno di te e tu non c’eri. Dopo che l’altra domenica mattina mi avevi allontanata nel tuo solito modo, ti  ho mandato una mail con scritto che la settimana seguente il battesimo sarebbe stato di pomeriggio e che fino alle due ero libera…Era il solo modo in cui ero riuscita a dirti vieni, perché avevo paura che qualsiasi parola di troppo ti avrebbe fatto di nuovo scappare… Tu mi avevi detto che quel giorno eri “di servizio” dalle mie parti. Quindi potevi benissimo venire a dormire da me. Ma ti sei guardato bene dal farlo: perchè? Perchè sarebbe stato troppo stressante passare due sabati di seguito insieme? Ma allora perché la telefonata domenica sera? Perché se il tuo IO fa così fatica a stare con me continui a cercarmi? A volte spero di non essere solo io a stare stramaledettamente male per quest’amore che non riesco a togliermi dal cuore, per questa voglia di te che mi resta cucita addosso come una seconda pelle, per questo bisogno della tua voce e delle tue mani, e dei tuoi occhi e dei tuoi sorrisi... Se tu ieri sera invece di girarci intorno due ore mi avessi detto semplicemente -“ho-voglia-di-vederti, posso-venire-da-te?”- non ti avrei detto di no… Se alle dieci quando ti ho mandato la buonanotte avessi alzato il sedere dal divano, preso la macchina, e fossi venuto da me, ti avrei lasciato entrare, non ti avrei chiuso fuori come hai avuto il coraggio di fare tu con me…Tu non hai ancora capito che per me chiudere la porta non vuol dire smettere di amarti, ma solo smettere di cercare inutilmente di raggiungerti e di umiliarmi una volta di troppo nel tentativo di avere anche solo le tue briciole? Sono io adesso ad avere paura di te, perché non riesco a guardarti negli occhi senza sentire un brivido giù per la schiena, perché quando mi sfiori il fianco come hai fatto ieri al campo prima di andartene mi si piegano le ginocchia, perché quando sento la tua voce al telefono vorrei girare la macchina ovunque mi trovo e venire da te… perché in nessun modo riesco a smettere di amarti.  Ma mi sono comunque arresa e non ti dirò mai più “VIENI”. Se mi vuoi sai dove trovarmi. Ma non cercarmi più in fondo ai tuoi silenzi, perché lì io non ci sarò più……

mercoledì 1 ottobre 2008

Un buco nel cuore

Questa è la sensazione che provo in questo momento. Sono le sei del mattino Mi sono svegliata perché ho sentito i passi dei miei figli che scendevano le scale. Si alzano presto, per andare a scuola. Da soli. Sono ragazzi in gamba, sono una madre fortunata e lo so. Di solito io controllo che si sveglino, poi mi giro dall’altra parte e mi riaddormento per un’oretta, prima di svegliarmi di nuovo per cominciare la mia di giornata. Ma stamattina i pensieri mi hanno fregata. Sono entrati prepotenti nella testa prima che il sonno riuscisse a soffocarli. Un pensiero anzi, uno solo…. TU. Non voglio pensare che non ci sei più perché mi fa male. Ma ci sono momenti della giornata in cui il tuo ricordo arriva all’improvviso come un pugno allo stomaco che mi colpisce a tradimento, togliendomi il fiato. Sei entrato nel blog quando hai ricevuto la lettera e non pensavo l’avresti fatto. Non so cosa tu abbia letto e ancora meno so cosa tu possa aver capito. Ma non ha importanza, perché comunque non posso sapere cosa hai provato. Mi hai scritto due righe, e già non pensavo che l’avresti fatto. Quando ho ucciso il mio Buck, sei stato la prima persona a cui ho detto che avevo deciso di farlo, e tutto quello che eri riuscito a rispondermi era stato: "mi dispiace per il Buck...ma se è giunta la sua ora, fai la cosa giusta", poi silenzio. Tu vivi nel silenzio, ed è la parte di te che mi ha sempre fatto soffrire di più. Stavolta mi hai scritto una mail e non me l’aspettavo, giuro:
oggi stai bene?
Spero di si.
a presto.
E allegata c’era una piccola foto. Ti ho risposto, e ti ho chiesto se eri tu. Non riuscivo a vederla. Me l’hai rimandata ingrandita, accompagnata dalle parole:
“così sorridi un po’”:
una foto tua, da piccolo; un bambino magrolino, su una spiaggia, con lo sguardo non so se triste o imbronciato. Ma gli occhi, quegli occhi che amo tanto, sono i tuoi. Ed è tua anche la bocca, quella bocca così morbida che sa baciare così bene….Adesso basta, non voglio pensare a te stamattina, altrimenti non riuscirò ad alzarmi dal letto e ad iniziare la giornata.Ma non ci riesco, ricomincio a pensare… perché hai scritto “a presto” ? Era la prima cosa che ti è uscita a caso dalla tastiera o è stato il tuo cuore a  suggerirti le parole? Non so, al momento sono stata felice di leggere, come la sera prima ero stata felice di sentire la tua voce, inaspettata , al telefono…. Prima non mi chiamavi praticamente mai….. io amo tutto di te, ma più di tutto gli occhi e la voce, così calda e profonda. Ma ieri c’è stato solo il solito silenzio, il tuo silenzio, la negazione di te. Ed ora sono stanca, tanto stanca…. Devo incominciare a elaborare la tua mancanza, ad accettarla come una cosa definitiva. Tu non ci sei più, tu non fai e non farai più parte della mia vita. Punto e a capo. Anche se so che quando ti vedrò, perché comunque il mio cammino di vita  incrocia  per altri motivi il tuo, starò male. E l’unica cosa che vorrei in questo momento è riuscire a non provare più sentimenti. Non amare più. Nessuno. Perché l’unica cosa che ti resta poi è un buco nel cuore.
La radiosveglia è partita…. Un’altra giornata è  iniziata…


  

Grazie


Stamattina ho acceso il pc molto presto, e ho visto che stanotte qualcuno mi è venuto a trovare: la piccola PeG, nottambula a cui i  turni di lavoro  scassano le b...e, e qualche altro figlio della notte, che come lei non dorme e gira per il web. A volte chi entra è un  amico, a volte sono perfetti sconosciuti. Ma da quando trovo le loro tracce sul mio cammino, mi sento molto meglio. Per cui ora dico grazie, un grazie di cuore a tutti quelli che, incrociando il loro percorso, seppure virtuale, con il mio, mi fanno sentire meno sola.