domenica 5 ottobre 2008

In fondo ai tuoi silenzi

Una collana verde. Verde come il colore che amo di più. E due fotografie. Una di noi due in vacanza insieme, da sempre appesa al muro vicino al mio letto. E quella che mi hai mandato settimana scorsa, con te piccolo al mare. Tutto quello che ho di te. Oltre ai ricordi. Oltre alla sofferenza del mio cuore, che continua a  non capire cosa vuoi da me. Perché non parli una buona volta? Perché invece di continuare a fare il tira-e-molla con me non mi dici una volta per tutte cosa vuoi? Ieri sei venuto al campo. Perché? Adesso non credo più che tu ci venga solo perché ti piace lavorare con i cani. E poi la telefonata per strada. E poi il messaggio a casa…Ti aspettavi che fossi io a dirti VIENI? Non sai come avrei voluto dirtelo, non sai quanto mi è costato non farlo. Ma non l’ho fatto. Ci sono riuscita. E non te lo dirò mai più, io non ti chiederò più di raggiungermi. Sai cosa mi ha dato la forza di riuscirci? Il ricordo e la sofferenza di sabato scorso. Quando ero io ad avere bisogno di te e tu non c’eri. Dopo che l’altra domenica mattina mi avevi allontanata nel tuo solito modo, ti  ho mandato una mail con scritto che la settimana seguente il battesimo sarebbe stato di pomeriggio e che fino alle due ero libera…Era il solo modo in cui ero riuscita a dirti vieni, perché avevo paura che qualsiasi parola di troppo ti avrebbe fatto di nuovo scappare… Tu mi avevi detto che quel giorno eri “di servizio” dalle mie parti. Quindi potevi benissimo venire a dormire da me. Ma ti sei guardato bene dal farlo: perchè? Perchè sarebbe stato troppo stressante passare due sabati di seguito insieme? Ma allora perché la telefonata domenica sera? Perché se il tuo IO fa così fatica a stare con me continui a cercarmi? A volte spero di non essere solo io a stare stramaledettamente male per quest’amore che non riesco a togliermi dal cuore, per questa voglia di te che mi resta cucita addosso come una seconda pelle, per questo bisogno della tua voce e delle tue mani, e dei tuoi occhi e dei tuoi sorrisi... Se tu ieri sera invece di girarci intorno due ore mi avessi detto semplicemente -“ho-voglia-di-vederti, posso-venire-da-te?”- non ti avrei detto di no… Se alle dieci quando ti ho mandato la buonanotte avessi alzato il sedere dal divano, preso la macchina, e fossi venuto da me, ti avrei lasciato entrare, non ti avrei chiuso fuori come hai avuto il coraggio di fare tu con me…Tu non hai ancora capito che per me chiudere la porta non vuol dire smettere di amarti, ma solo smettere di cercare inutilmente di raggiungerti e di umiliarmi una volta di troppo nel tentativo di avere anche solo le tue briciole? Sono io adesso ad avere paura di te, perché non riesco a guardarti negli occhi senza sentire un brivido giù per la schiena, perché quando mi sfiori il fianco come hai fatto ieri al campo prima di andartene mi si piegano le ginocchia, perché quando sento la tua voce al telefono vorrei girare la macchina ovunque mi trovo e venire da te… perché in nessun modo riesco a smettere di amarti.  Ma mi sono comunque arresa e non ti dirò mai più “VIENI”. Se mi vuoi sai dove trovarmi. Ma non cercarmi più in fondo ai tuoi silenzi, perché lì io non ci sarò più……

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