Piove ancora. Oggi
piove così forte che i miei cani si sono rifiutati di uscire per fare i loro
bisogni. Persino la lupa, di solito amante dell’acqua, mi ha guardata con le
orecchie basse ed è rientrata in casa. Spero che prima o poi il diluvio faccia
una pausa, è da ieri sera che non escono e non so per quanto ancora ce la
faranno a resistere! Certo che nemmeno io sono di grande aiuto, visto che odio ferocemente
queste giornate di pioggia capitate al momento sbagliato, quando avrei solo
bisogno di sole e di luce e di calore per riuscire a sentirmi “viva”. Oggi faccio
una gran fatica a vivere… Se venerdì è stata la mattina peggiore che ho avuto
dall’inizio della terapia oggi non è di certo molto distante, anche se non ho
voglia di piangere. Forse il pensiero che oggi sarai a pranzo da me mi aiuta a
non lasciarmi travolgere del tutto dalla malinconia e dall’ansia. E non ho
preso il T., perché non voglio che diventi un’abitudine di cui poi non riuscirò
più a fare a meno. Mi basta già la terapia di base per mandarmi in crisi.
Terapia=malattia, e purtroppo anche se me la canto in cinese ancora non mi sono
abituata all’idea di essere “ammalata”. Non mi piace la mia malattia, non mi
piace come mi fa sentire. A volte faccio la spavalda quando ne parlo con
qualcuno, ma fingo per esorcizzare la paura di non venirne fuori… di passare il
resto della mia vita schiava di questo tormento che mi impedisce di condurre
una vita “normale”. Ho paura… lo so che è stupido, lo so che quando la terapia
sarà consolidata starò meglio, però so anche che l’inizio è difficile, che i
sintomi peggiorano. Anzi, l’ultima volta, quando ho deciso di smettere troppo
velocemente, credendomi “guarita”, sono stata così male ma così male, e anche
allora ho avuto problemi con te. E il
non sapere mai se e per quanto tempo ancora riuscirai a stami vicino, non mi
aiuta certo ad affrontare meglio la cosa. E voglio solo credere, voglio
disperatamente credere che questa volta non te ne andrai più, perché è solo
questo pensiero che mi aiuta ad alzarmi dal letto la mattina… e mi fa stringere
i denti e andare avanti, affrontare la tristezza, la paura, l’ansia, la mia non
voglia di vivere. Perché se la mia è una malattia, io voglio guarire e averti
al mio fianco non come infermiere, non come stampella… ma come un uomo
innamorato che ha scelto la compagna della sua vita….
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