martedì 24 aprile 2012

Piove...

Piove ancora. Oggi piove così forte che i miei cani si sono rifiutati di uscire per fare i loro bisogni. Persino la lupa, di solito amante dell’acqua, mi ha guardata con le orecchie basse ed è rientrata in casa. Spero che prima o poi il diluvio faccia una pausa, è da ieri sera che non escono e non so per quanto ancora ce la faranno a resistere! Certo che nemmeno io sono di grande aiuto, visto che odio ferocemente queste giornate di pioggia capitate al momento sbagliato, quando avrei solo bisogno di sole e di luce e di calore per riuscire a sentirmi “viva”. Oggi faccio una gran fatica a vivere… Se venerdì è stata la mattina peggiore che ho avuto dall’inizio della terapia oggi non è di certo molto distante, anche se non ho voglia di piangere. Forse il pensiero che oggi sarai a pranzo da me mi aiuta a non lasciarmi travolgere del tutto dalla malinconia e dall’ansia. E non ho preso il T., perché non voglio che diventi un’abitudine di cui poi non riuscirò più a fare a meno. Mi basta già la terapia di base per mandarmi in crisi. Terapia=malattia, e purtroppo anche se me la canto in cinese ancora non mi sono abituata all’idea di essere “ammalata”. Non mi piace la mia malattia, non mi piace come mi fa sentire. A volte faccio la spavalda quando ne parlo con qualcuno, ma fingo per esorcizzare la paura di non venirne fuori… di passare il resto della mia vita schiava di questo tormento che mi impedisce di condurre una vita “normale”. Ho paura… lo so che è stupido, lo so che quando la terapia sarà consolidata starò meglio, però so anche che l’inizio è difficile, che i sintomi peggiorano. Anzi, l’ultima volta, quando ho deciso di smettere troppo velocemente, credendomi “guarita”, sono stata così male ma così male, e anche allora ho avuto problemi con te. E  il non sapere mai se e per quanto tempo ancora riuscirai a stami vicino, non mi aiuta certo ad affrontare meglio la cosa. E voglio solo credere, voglio disperatamente credere che questa volta non te ne andrai più, perché è solo questo pensiero che mi aiuta ad alzarmi dal letto la mattina… e mi fa stringere i denti e andare avanti, affrontare la tristezza, la paura, l’ansia, la mia non voglia di vivere. Perché se la mia è una malattia, io voglio guarire e averti al mio fianco non come infermiere, non come stampella… ma come un uomo innamorato che ha scelto la compagna della sua vita….

Nessun commento:

Posta un commento