lunedì 31 dicembre 2012

L'ultima notte dell'anno

40 gocce di Dropaxin e una pastiglia di Tavor. Per calmare la sofferenza. Per addormentare il dolore. Per aiutarmi a sopravvivere a questa notte di fine d'anno, questa notte senza di te... di te che  dici di amarmi ma quando rischio di affogare mi abbandoni e te ne vai. Di te che amo sopra ogni cosa, ma che vorrei riuscire ad estirpare dal cuore, prima che le radici della dipendenza crescano tanto da  spaccarmelo, il cuore. Il tuo è un amore sbagliato, il tuo è un amore malato... ma stasera sarà l'ultima sera che passerò piangendo ed aspettandoti. Stanotte sarà l'ultima notte che passerò a rotolarmi nel letto piangendo il tuo nome. L'ultima notte, la notte di capodanno. E come finirà quest'anno così inizierà il prossimo. Se ci sarai rinascerò, se non verrai ti strapperò dal cuore sperando di non morire nel farlo. L'amore, Chicco, è un'altra cosa. Il tuo è egoismo, infantilismo, capriccio... io voglio un uomo che divida con me la vita, con le sue gioie e i suoi dolori,  nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia. La depressione è una malattia, insidiosa e subdola. Ed io sono qui, la sera di Capodanno, sola e depressa in attesa di chi non verrà. Per fortuna sono senza macchina, e la farmacia più vicina è a 3 chilometri. Ho una ricetta per due nuove confezioni di Dropaxin nella borsa, la confezione vecchia è alla fine. Meno male che sono a piedi, che la farmacia è lontana e che sono troppo stanca per andarci a piedi. Chissà cosa succederebbe se bevessi due flaconi di Dropaxin tutti in una sola volta. Forse la sofferenza finirebbe, finalmente, forse sarei libera, finalmente. Parlarne con qualcuno? A che serve? Nessuno è veramente disposto ad ascoltare davvero. Mia madre? Ha i suoi problemi e mio padre da curare. Mia sorella? La vedo giusto a Natale, e Natale è già passato. Sua sorella? Mi riderebbe probabilmente in faccia. A Marzo, prima di iniziare  la terapia, avevo provato a chiedere ad una persona che credevo amica se potevo passare da lei, che stavo male e che sentivo un impulso irresistibile di buttarmi giù da un ponte... mi ha risposto che aveva gente a casa, di ripassare un'altra volta. La gente non vuole sentire, la gente ha paura di condividere le emozioni... ed io sento ancora stasera, irresistibile, la voglia di sparire, per non soffrire più. Per fortuna che il ponte più vicino è ancora più lontano della farmacia... ma mancano ancora tante ore alla mezzanotte... e poi una notte intera fino all'alba del nuovo anno. Troppe ore e troppi pensieri....

domenica 30 dicembre 2012

Arisa - L'amore è un altra cosa.

Ridere, adesso manca il nostro ridere, 
rimane solo un quieto vivere sterile, 
il cuore mio non ce la fa. 
Semplice, sembrava tutto così semplice, 
per chi credeva nelle favole come noi,
cercando un'altra verità. 
Senti che ci manca qualcosa, 
che c'è sempre una scusa, 
che la gioia si è offesa, 
che non c'è la scintilla, 
che si è spenta la stella, 
ma una colpa non c'è. 
La notte è troppo silenziosa, 
l'amore è un'altra cosa. 
Utile, adesso dirsi tutto è utile, 
farà del male a queste anime fragili, 
più di ogni altra verità. 
Resta che una parte del cuore 
sarà sempre sospesa senza fare rumore, 
come fosse in attesa di quel raggio di Sole, 
che eravamo io e te. 
Senti che ci manca qualcosa, 
che c'è sempre una scusa, 
che la gioia si è offesa, 
che non c'è la scintilla, 
che si è spenta la stella, 
ma una colpa non c'è. 
La notte è troppo silenziosa e adesso
l'amore è un'altra cosa. 
Tu dimmi se ci credi a quello che non vedi, 
eppure resta che una parte del cuore 
sarà sempre sospesa senza fare rumore,  
come fosse in attesa di quel raggio di Sole, 
che eravamo io e te.
La notte è troppo silenziosa e adesso
l'amore è un'altra cosa.

sabato 29 dicembre 2012

Francesco Roversi

Sapete che succede quando non si è più abituati a ricevere amore? Succede che non ti fidi più, che preferisci stare solo. Succede che quando qualcuno ti dice "Ti voglio bene" rispondi con un sorriso e pensi "Come no". Succede questo, non sei amato per molto tempo e, quando trovi qualcuno che ti ama davvero, muori di paura...

       

La depressione: il dolore dell'anima - Dott.ssa M. Rosaria Fasciani

La depressione: il dolore dell'anima

Nel mondo contemporaneo la depressione sembra essere diventato il disagio mentale più diffuso. Quasi sempre, dietro stragi di intere famiglie, uxoricidi, infanticidi e scomparse di persone si scopre costantemente la presenza di disturbi depressivi ma non è necessario arrivare a rilevare la depressione nei fatti di cronaca, essa si può scovare nella normale vita quotidiana delle persone, si stima che ne soffrono o ne hanno sofferto circa il 20% della popolazione generale e le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano un peggioramento: la depressione sarà la seconda causa di disabilità entro il 2020.
In verità, la depressione ha attanagliato la vita degli umani (e degli animali) da sempre e non solo negli ultimi decenni.
Le primissime descrizioni sulla depressione risalgono addirittura a 5000 anni fa, su antichi papiri egiziani nei quali troviamo descrizioni cliniche ancora attuali e racconti sull’elevata incidenza del suicidio mediante l’affogamento nel Nilo nell’epoca dei faraoni.
Anche nella Bibbia è possibile cogliere le frasi tipiche del depresso; per esempio Quoelet nell’Ecclesiaste dice: “Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito tutto quanto si fa sotto il sole. Ogni cosa è infatti vanità, è un inseguire il vento” e la storia   dell’Antica Grecia e dell’Impero Romano è piena di filosofi  e non che hanno scelto di togliersi la vita perché tormentati dal  “mal di vivere”.
Come si riconosce la vera depressione? 
Se ne parla così tanto che si rischia di abusare del termine confondendo la depressione con la tristezza o la stanchezza, per esempio.
Facciamo chiarezza sul reale significato  di depressione e diciamo, per prima cosa, che la depressione è un disturbo dell’umore.
Il tono dell’umore è una funzione psichica importante nell’adattamento al nostro mondo interno ed esterno e ha la caratteristica della flessibilità, ossia è orientato verso l’alto quando ci troviamo in situazioni positive e piacevoli ed è orientato verso il basso quando ci troviamo in situazioni negative e sfavorevoli.
Quando si è depressi il tono dell’umore flette rigidamente verso il basso senza più rispondere alle situazioni positive, il sentimento dominante è la tristezza e l’angoscia e tutte quelle attività che prima venivano svolte con piacere non danno più soddisfazione.
Secondo il DSM IV si può diagnosticare un episodio depressivo maggiore
quando sono contemporaneamente presenti, da almeno due settimane, cinque o più dei seguenti sintomi:
  • Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto (per es. si sente triste o vuoto) o come osservato dagli altri (per es. appare lamentoso).
  • Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri)
La perdita degli interessi è uno dei primi indicatori dell’episodio depressivo, il basso tono dell’umore si manifesta successivamente.
Il depresso vive sentimenti di noia, apatia e mancanza di slancio vitale. Non trova più piacere in nulla (anedonia) e tutte le attività ricreative di un tempo diventano noiose e stancanti.
Anche la libido subisce un brusco calo, solitamente il paziente riferisce di non provare più desiderio sessuale.
  • Significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento del peso (per es. un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese), oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno;
  • Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno;
Anche in questo caso, si possono verificare le due situazioni opposte:
il paziente può dormire pochissimo e le sue poche ore di sonno sono caratterizzate da agitazione, incubi e sonno leggero, (talvolta i tracciati elettroencefalografici indicano come in questa patologia alcuni stadi del sonno vengono soppressi) spesso si sveglia prima dell’alba in preda all’ansia e rimugina sul suo mal di vivere. Oppure può dormire tantissimo, praticamente sempre, forse per evitare di affrontare le giornate che per lui sono diventate prive di importanza.
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato);
  • Affaticabilità o mancanza d’energia quasi ogni giorno;
  • Sentimenti autosvalutazione o sensi di colpa eccessivi o inappropriati ( che possono essere deliranti), quasi ogni giorno (non semplicemente  autoaccusa o sentimenti di colpa per essere ammalato);
  • Ridotta capacità di pensare, di concentrarsi o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri);
  • Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidarla senza n piano specifico,  un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.
L’ideazione suicida è presente nei 2/3 dei pazienti. Nella maggior parte dei  casi ci si ferma alla sola ideazione, ma talvolta la convinzione che non esistano possibilità di trovare aiuto e la perdita di speranza portano il depresso  a vedere il suicidio come l’unica vera possibilità di liberazione dalla sofferenza o come la giusta punizione per le colpe commesse.
Il rischio di suicidio va sempre valutato nel paziente depresso e laddove esistono reali possibilità è necessario l’invio allo psichiatra, una terapia farmacologica adeguata e, nei casi più complicati, l’ospedalizzazione.
  • Disturbo depressivo maggiore i cui sintomi sono quelli citati sopra in forma grave. Possono coesistere anche tratti psicotici transitori. Spesso si tratta di episodi depressivi che tendono a ripresentarsi nel tempo.
  • Disturbo distmico in cui i sintomi sono presenti in forma più lieve ma hanno la caratteristica della cronicità.
  • Depressione reattiva in cui i sintomi presenti in maniera più o meno intesa sono sostanzialmente la risposta a lutti, separazioni e gravi perdite che hanno destabilizzato la vita del paziente.
Un esperto sin dai primi colloqui può riconoscere facilmente i sintomi della depressione. I racconti del paziente, il suo aspetto dismesso, le sue lente movenze, la scarsa gestualità, il volto quasi inespressivo a parte i sorrisi forzati  rivelano da subito un tono dell’umore basso, scarso entusiasmo, poco interesse per se stesso e per il mondo circostante, sfiducia.
E’ comunque indicata anche una valutazione psicodiagnostica con cui sarà possibile avere una conferma di diagnosi, un indice di gravità del disturbo e ulteriori informazioni sui tratti di personalità del soggetto.
I test più utili sono il BDI, L’MMPI-2 e il BPRS in cui esistono items da valutare mediante il colloquio diretto e attraverso l’osservazione del comportamento e del linguaggio del paziente.
Perché ci si ammala di depressione?
Questa è una delle domande più critiche che si possano fare in tema di depressione. 
Intanto, diciamo che la depressione può essere provocata  anche dall’utilizzo di alcuni farmaci (anticonvulsivanti, antistaminici, antipertensivi, antitumorali, corticosteroidi, estrogeni, benzodiazepine, L-dopa), droghe (alcool, eroina e cocaina) e può svilupparsi in concomitanza a certe patologie ( Demenze, neoplasie, anemie, ipotiroidismo,infarto del miocardio, ictus, malattie reumatiche).
Nelle persone depresse che non fanno abuso di droghe, che non usano farmaci e che non presentano patologie suddette il discorso diventa molto più ampio e complesso perché in questo caso entrano in gioco fattori genetici e fattori legati alla personalità.
Esistono persone che non hanno mai vissuto un vero episodio depressivo nella propria esistenza ed esistono casi in cui, a seguito di uno stesso evento traumatico, qualcuno ha risposto abbandonandosi alla depressione e qualcun altro ha risposto con più resistenza.
Anche se non esiste il gene della depressione sono stati individuati numerosi geni che predispongono a questa malattia che consiste, dal punto di vista organico, in un difetto di trasmissione degli stimoli nervosi. 
Quasi certamente c’è ereditarietà nella depressione, ma  è anche vero che aver vissuto con un familiare stretto che ha sofferto di depressione rende possibile imparare  a ragionare su se stessi e sul mondo nella stessa maniera negativa. Ecco quindi che la depressione può diventare uno stile di pensiero appreso nel corso della propria esistenza, spesso sin dall’infanzia, a seguito di risposte ricevute dall’ambiente poco idonee a costruire un immagine del sé salda, positiva e realistica, in cui l’aspetto genetico diventa solo qualcosa che favorisce il pensiero depressivo ma non la causa principale.
Perciò, i più colpiti dalla depressione sono coloro che sviluppano tipiche strutture di personalità con cui tendono ad essere critici e svalutativi con se stessi e con il resto del mondo, tendono all’isolamento o sono dipendenti dagli altri, hanno autostima e autoefficacia bassa.
Come  intervenire nella depressione?
A parte i casi di depressione grave in cui è stato valutato un reale rischio di suicidio per i quali è necessaria, in prima istanza, una terapia farmacologia, per sollevarsi dalla depressione è consigliato un sostegno psicologico che miri a trasformare il pensiero depressivo (irrazionale,negativo,distorto) in un pensiero più positivo e realistico.
Il paziente depresso ha una modalità tipica di pensiero con cui interpreta se stesso e il mondo in maniera alterata, ogni valutazione (sempre negativa) che compie non si basa mai su fatti concreti,  interpreta la realtà in modo distorto. Ciò che pensa non è mai dimostrabile, né congruente alla realtà. E’ come se inforcasse un paio di occhiali con lenti fortissime che alterano la percezione degli oggetti e con essi osservi il mondo e se stesso.
Lo psichiatra statunitense A. Beck ha descritto dettagliatamente il pensiero depressivo e ritiene che sia caratterizzato da:
  • Percezione negativa del se
  • Percezione negativa del mondo
  • Percezione negativa del futuro
Il pensiero depressivo è pieno di pensieri automatici ricorrenti , che sono considerazioni che il paziente fa in maniera rapida e inconsapevole quando si trova dinanzi a situazioni a cui deve rispondere.
Questi pensieri possono essere:
  • Devorizzazioni ( per es. devo essere perfetto, devo essere all’altezza della situazione);
  • Catastrofizzazioni, ossia gli eventi vengono considerati in maniera estrema sovrastimando gli aspetti negativi e annullando gli aspetti positivi;
  • Ipergeneralizzazioni, il verificarsi di eventi negativi viene trasformato come qualcosa che si verifica sempre;
  • Lettura di pensiero, il depresso è convinto che  gli altri pensino di lui cose negative senza che essi le abbiano mai dichiarate;
  • Personalizzazione, è una sorta di egocentrismo con cui con ogni avvenimento dell’ambiente circostante viene ricondotto a se stessi.
Ciò che possiamo  fare per  aiutare un paziente depresso è dimostrare l’infondatezza di questo  tipo pensiero.
Per arrivare a ciò è necessario, innanzitutto, sviluppare una sana relazione terapeutica in cui vi sia accettazione, rispetto e  comprensione empatica  del paziente, della sua storia e dei suoi problemi. 
In questa fase è utile educare il paziente alla depressione, possiamo spiegargli che cosa è , che la visione negativa che ha di se stesso  e del mondo non è realistica ma è conseguenza del momento depressivo che sta attraversando e che gli episodi depressivi migliorano e poi finiscono. 
Poi, si potrà iniziare un’accurata analisi funzionale dei pensieri automatici che vengono messi in atto in diverse situazioni di vita del paziente. Si parte da un evento, si fanno esplicitare  tutti i pensieri che al paziente vengono in mente circa quella situazione e si collegano le emozioni ( si può utilizzare la scheda ABC).
In questo modo il paziente diventa più consapevole dei suoi pensieri automatici e irrazionali e lo psicologo avrà la possibilità di lavorare direttamente su essi attraverso domande che mirano a dimostrarne l’incongruenza e l’esistenza di altri modi di percepire la realtà. 
Parallelamente a questo lavoro si può spingere il paziente a ridurre le sue ore passate in sedentarietà aumentando i contatti sociali, uscendo con amici, impegnandosi in nuove attività. 
Se il paziente è resistente a ciò gli si può spiegare che sperimentarsi nei rapporti d’amicizia e in nuove situazioni è utile per continuare a lavorare sui pensieri automatici così come viene fatto in seduta. 
Per questo possiamo chiedergli di tenere un diario su cui appuntare tutti i suoi pensieri ed emozioni sorti in contesti critici eppoi discuterne insieme.
Nei primi periodi può essere utile utilizzare un’agenda su cui scrivere tutti i compiti da svolgere nella giornata.
Si parte sempre da pochi e semplici compiti, in modo che il paziente non senta immediatamente il senso dell’inadeguatezza e della sconfitta. 
Successivamente si potrà passare a compiti più complessi e in questo caso si attuerà una discussione razionale che ha lo scopo di preparare il paziente ad affrontare difficoltà, imprevisti o, eventualmente, sconfitte. Gli si può chiedere quali sono le sue previsioni sul compito da svolgere, se si tratta di previsioni realistiche o idealistiche. Cosa potrebbe pensare se il risultato non sarà quello aspettato. Si può chiedergli di fare una lista di tutte le problematiche a cui potrebbe andare incontro e una lista di tutte le soluzioni possibili e si possono individuare le soluzioni che appaiono più idonee.
Queste sono strategie che migliorano il senso di autoefficacia del paziente: con il tempo imparerà a concedersi dei riconoscimenti e dei meriti, imparerà a stimare in modo più reale successi e fallimenti, riconoscerà le sue abilità e i suoi limiti e migliorerà le sue capacità di coping .
L’aumento di autoefficacia comporta un aumento del livello di autostima: Il paziente si sentirà più fiducioso in se stesso, si accorgerà che non è l’artefice solo dei suoi insuccessi ma anche dei suoi successi. Sentirà che “non essere perfetto” fa parte della condizione umana e che si può essere ugualmente meritevoli d’amore.
Il paziente lamenta tristezza profonda, malinconia, angoscia, senso di vuoto e inutilità, sentimenti di perdita e lutto. Tutto appare irrisolvibile, insormontabile, grigio e tetro. Anche la percezione del tempo si modifica: le ore, le giornate sembrano non passare mai “tutto è fermo, immutato, senza possibilità di cambiamento”. Riferisce di non provare più affetto per nessuno e si sente in colpa per questo. Spesso è colto da crisi di pianto o, al contrario vorrebbe piangere ma non riesce a farlo.
Il depresso perde interesse per il cibo. Riferisce di non gustare i sapori, di sentire l’addome gonfio e la bocca secca e amara. Può accadere anche l’esatto contrario, ossia può mangiare ossessivamente (iperfagia)  quasi come per riempire il suo senso di vuoto.
Si manifesta una riduzione dei movimenti spontanei, un impoverimento della mimica che può portare ad un aspetto inespressivo. Il linguaggio non è più fluido, è monotomico e scarso di contenuti e idee, le risposte sono brevi.
Il paziente si definisce sempre stanco, sente difficile e faticoso intraprendere qualsiasi azione.
Il depresso tende sempre a svalutarsi, a disprezzarsi a sentirsi inadeguato; rumina incessantemente sulle sue colpe e sulle sue incapacità. Prova forti sensi di colpa e si giudica indegno per la sua incapacità di guarire, per il suo egoismo e per la sua pigrizia.
Si possono verificare disturbi dell’attenzione e della memoria. Il paziente non riesce a mettere insieme le idee e, di conseguenza, è incapace di prendere qualunque decisione. Ha difficoltà a concentrarsi per individuare strategie e soluzioni,  lamenta di sentire la testa vuota e di stancarsi facilmente se impegnato in compiti che richiedono attenzione sostenuta.
I sintomi fin qui esposti possono essere presenti in modo più o meno grave nelle diverse forme di depressione, le quali sono:
Il paziente ha un’opinione negativa di se stesso: si considera non amabile, non gradevole, non intelligente, senza valore. Ritiene di aver commesso numerevoli errori e di aver rovinato la propria vita. Fa attenzione e ricorda solo gli insuccessi, gli eventuali successi sono attribuibili a fortuna o a cause non dipendenti da lui. Non riesce a godere delle cose belle che la vita gli offre perché ritiene di non meritarle e di non esserne degno. Ogni lavoro che svolge è criticabile e il pensiero che lo accompagna è: “dovevo fare  meglio”. Pretende da se stesso “solo” la perfezione.
Il depresso è eterocommiserativo, cinico, non ha fiducia negli altri. Ritiene che nessuno può amarlo davvero e se qualcuno mostra affetto per lui è solo per secondi fini. Non riesce a cogliere aspetti amichevoli nel comportamento altrui, nota solo gli atteggiamenti che, secondo la sua opinione, sono segno di disapprovazione.
Il futuro offre solo prove e situazioni che lui non riuscirà mai a fronteggiare. La sua condizione da depresso rimarrà per sempre tale e nessuno sforzo servirà davvero. Non esistono aspettative nel futuro del depresso.
Per prevenire le ricadute si possono consigliare incontri di follow-up con cadenza dapprima mensile eppoi sempre meno frequenti, lo svolgimento di una regolare attività fisica che tende a mantenere alto il tono dell’umore, letture di auto-aiuto sull’argomento.


A volte...- S.J. Lec


Morta dentro

Come sto? Sto di merda... e non morirò domani. Io sono morta stasera nel momento in cui sei uscito dalla porta, dimostrandomi ancora una volta che nel momento del bisogno non posso contare su di te... tu sai che lasciandomi mi uccidi, e te ne vai lo stesso? Grazie, grazie per avermi dimostrato ancora una volta quanto grande è il tuo amore per me...


lunedì 12 novembre 2012

Sándor Márai - La donna giusta

La maggior parte delle persone non sa amare né lasciarsi amare, perché è vigliacca o superba, perché teme il fallimento. Si vergogna a concedersi a un’altra persona, e ancor più ad aprirsi davanti a lei, poiché teme di svelare il proprio segreto… Il triste segreto di ogni essere umano: un gran bisogno di tenerezza, senza la quale non si può esistere.

giovedì 1 novembre 2012

Virginia Woolf

Quando siamo troppo allegri, in realtà siamo infelici. 
Quando parliamo troppo, in realtà siamo a disagio.
Quando urliamo, in realtà abbiamo paura. 
In realtà, la realtà non è quasi mai come appare.
Nei silenzi,
negli equilibri, 
nelle " continenze "
si trovano la vera realtà e la vera forza...

giovedì 18 ottobre 2012

mercoledì 26 settembre 2012

James Joyce

‎La vita è come un’eco: 
se non ti piace quello che ti rimanda, 
devi cambiare il messaggio che invii.


venerdì 7 settembre 2012

Mahatma Gandhi

Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca. La coscienza non è la stessa per tutti. Quindi, mentre essa rappresenta una buona guida per la condotta individuale, I'imposizione di questa condotta a tutti sarebbe un'insopportabile interferenza nella libertà di coscienza di ognuno.

martedì 4 settembre 2012

Serena Santorelli

Lascia che viva. Non privarlo delle sue abitudini, delle sue passioni, dei suoi amici più cari. Deve amarti liberamente. Deve sceglierti ogni giorno. Nonostante gli amici, nonostante le passioni, nonostante le abitudini. Deve sceglierti perché sei tutto ciò che desidera e non perché sei tutto ciò che gli resta.

venerdì 24 agosto 2012

Alessandro Baricco

A volte le parole non bastano. 
E allora servono i colori. 
E le forme. 
E le note. 
E le emozioni...


martedì 21 agosto 2012

Jonathan Safran Foer - Ogni cosa è illuminata

Dillo un'altra volta.
Non ti lascerò sola. 
Dillo un'altra volta. 
Non ti lascerò sola. 
Un'altra volta. 
Non lo farò. 
Non farai cosa? 
Di lasciarti sola. 


lunedì 11 giugno 2012

Earth: spot contro gli europei di calcio

Amo come l'amore ama.
Non conosco altra ragione di amarti che amarti.
Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo,
se ciò che voglio dirti è che ti amo?


domenica 3 giugno 2012

Oriana Fallaci - Un uomo

Lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile...artefice di se stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere...


giovedì 31 maggio 2012

Anton Vanligt

Perché a volte ci vuole il coraggio di essere davvero felici, di raccogliere un momento ordinario e trasformarlo in epico. Ci vuol coraggio a ridere di gusto di fronte a questa vita, ci vuole forza per scartare il negativo e portar dentro solo il meglio, conservare solo l’essenza della gioia. E quel coraggio ce l’abbiamo dentro, è tutta una questione di scelta



sabato 26 maggio 2012

Per quanto ancora?

Devo darti tempo dici... ti ho dato cinque anni della mia vita, di quanto tempo hai bisogno ancora farmi sentire davvero la tua compagna? Nessuno altro mi accetterà mai in tale ruolo, se tu non lo farai per primo, se tu non lo "sentirai" davvero! Non voglio più essere "l'amichetta di Chicco" per nessuno! Non voglio più sentirmi dire "a me sta' bene ciò che rende felice M." perché fa male! Io sono una persona, ciò è un aggettivo che si usa per una cosa, non per un essere umano! Non voglio più essere messa da parte in certe occasioni, ma devi essere tu a volermi al tuo fianco. Io sono una donna innamorata maledizione, che vuole sentirsi sicura di essere davvero la tua compagna (e attraverso di te per tutti,)  per tutto il resto della nostra vita...

giovedì 17 maggio 2012

Pedro Almodovar - Ci sono cose che...

Ci sono cose che non smetteresti mai di guardare. Cose che catturano il tuo sguardo e non lo lasciano andare. Cose che lasciano un’impronta indelebile sulla tua retina. Cose che lasciano un’impronta indelebile sulla tua Anima. Cose che non ti sazi di guardare. E mentre cerchi di scoprire il perché di tanto fascino, scopri dopo e solo dopo, ripensandoci, che le guardavi perché le amavi.


martedì 15 maggio 2012

Niccolò di Paolo

Nessun rapporto è perfetto o immune da incomprensioni.
 È la volontà di superarle che fa la differenza.



Friedrich Nietzsche - Al di là del bene e del male

Le stesse passioni nell'uomo e nella donna hanno un "tempo diverso": 
perciò uomo e donna non cessano di fraintendersi.


lunedì 14 maggio 2012

David Grossman - Qualcuno con cui correre

E' la realtà ad averti smascherata. La realtà che è diversa dalle fantasie, dai sogni in cui vivi di solito. Perché questa è la vita, dolcezza, la vita vera, reale, quella in cui cerchi sempre di essere ammessa come membro a pieno diritto e che continua a respingerti come un corpo che rigetta un organo trapiantato...


domenica 13 maggio 2012

sabato 12 maggio 2012

Romano Battaglia

La verità dell'amore non è soltanto dare voce ad un sentimento, ma viverlo nella sua pienezza, nella sua totalità, nel bene e nel male, nella luce e nell'ombra. Vai oltre, niente è più vicino alla verità del silenzio. Ascolta la melodia dell'amore, il silenzio oltre il pianto, l'eco oltre il suono, scorgi l'ombra oltre la luce.



martedì 8 maggio 2012

Alessandro D'avenia - Cose che nessuno sa

Come può mancarci chi non abbiamo mai avuto?
Cosa ci manca veramente: l'altro o una parte di noi stessi? 
O abbiamo bisogno di qualcuno che ci regali quella parte di noi stessi che ci manca? 
Sono cose che nessuno sa.


domenica 6 maggio 2012

Davide Capelli

C'è chi passa la vita facendo sesso ed illudendosi di amare, ma si fa veramente l'amore solo quando si spoglia anche l'anima. 
Se è nudo solo il corpo si sta facendo sesso. Il corpo potrà anche godere ma non sarà mai nulla al confronto del piacere di due anime amanti.




venerdì 4 maggio 2012

Ridete e starete sani...

Il dipartimento di scienze comportamentali di una nota università italiana ha deciso di fare un esperimento singolare: ha individuato dieci isole deserte in mezzo all'oceano e vi ha portato le seguenti persone:

Isola 1: due siciliani e una siciliana
Isola 2: due napoletani e una napoletana
Isola 3: due altoatesini e una altoatesina
Isola 4: due sardi e una sarda
Isola 5: due toscani e una toscana
Isola 6: due liguri e una ligure
Isola 7: due veneti e una veneta
Isola 8: due torinesi e una torinese
Isola 9: due romani e una romana
Isola 10: due milanesi e una milanese

Due mesi dopo sulle isole si è verificata la seguente situazione:
Isola 1: Uno dei siciliani ha ucciso l'altro per restare solo con la siciliana.
Isola 2: I due napoletani e la napoletana vivono felici e contenti in un armonioso mènage a trois.
Isola 3: I due altoatesini hanno fatto un programma settimanale per alternarsi a fare sesso con la altoatesina.
Isola 4: I due sardi dormono insieme, e la sarda svolge le faccende domestiche e cucina per loro.
Isola 5: I due toscani stanno aspettando che qualcuno li presenti alla donna toscana.
Isola 6: I due liguri hanno guardato il mare, poi hanno guardato la ligure, poi hanno guardato il mare ed hanno iniziato a nuotare...
Isola 7: I due veneti hanno aperto ciascuno una distilleria. Non riescono a ricordare se fanno sesso con la donna veneta oppure no, colpa della troppa grappa di cocco, ma almeno sono soddisfatti perché non ci sono terroni.
Isola 8: Ognuno dei due torinesi è convinto che la torinese faccia sesso soltanto con lui...
Isola 9: I due romani hanno trovato un'altra donna e quindi fanno gli scambi di coppia.
Isola 10: I due milanesi si stanno ancora menando per decidere chi è più forte e la milanese è andata a nuoto all'isola dei romani...

mercoledì 2 maggio 2012

Romano Battaglia - Un cuore pulito

I figli sono come gli aquiloni. Arriva il giorno in cui si innalzano e tu devi insegnare loro a volare, tenendoli con quel filo esile che si dipana dalle tue mani. Possono cadere a terra più volte e tu dovrai ripararli e innalzarli ancora nel vento. Ti chiederanno sempre più spago e per ogni metro che si dipanerà dalle tue mani, il tuo cuore si riempirà di gioia e di tristezza. Via via che l'aquilone si allontanerà, avvertirai che il filo che ti unisce a lui prima o poi si spezzerà e lo vedrai volare libero e solo nel cielo della vita. In quel momento ti renderai conto di aver assolto il tuo compito di genitore e ti augurerai che il vento sia sempre propizio.



lunedì 30 aprile 2012

giovedì 26 aprile 2012

Friedrich Nietzsche

"Talvolta dobbiamo riposarci da noi stessi, guardando in profondità dentro di noi, da una distanza artistica; dobbiamo saper ridere e piangere di noi; dobbiamo scoprire l’eroe e anche il buffone che si nasconde nella nostra passione di conoscenza; dobbiamo ogni tanto essere contenti della nostra pazzia, se vogliamo poter essere ancora contenti della nostra saggezza."



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martedì 24 aprile 2012

Hachiko

Piove...

Piove ancora. Oggi piove così forte che i miei cani si sono rifiutati di uscire per fare i loro bisogni. Persino la lupa, di solito amante dell’acqua, mi ha guardata con le orecchie basse ed è rientrata in casa. Spero che prima o poi il diluvio faccia una pausa, è da ieri sera che non escono e non so per quanto ancora ce la faranno a resistere! Certo che nemmeno io sono di grande aiuto, visto che odio ferocemente queste giornate di pioggia capitate al momento sbagliato, quando avrei solo bisogno di sole e di luce e di calore per riuscire a sentirmi “viva”. Oggi faccio una gran fatica a vivere… Se venerdì è stata la mattina peggiore che ho avuto dall’inizio della terapia oggi non è di certo molto distante, anche se non ho voglia di piangere. Forse il pensiero che oggi sarai a pranzo da me mi aiuta a non lasciarmi travolgere del tutto dalla malinconia e dall’ansia. E non ho preso il T., perché non voglio che diventi un’abitudine di cui poi non riuscirò più a fare a meno. Mi basta già la terapia di base per mandarmi in crisi. Terapia=malattia, e purtroppo anche se me la canto in cinese ancora non mi sono abituata all’idea di essere “ammalata”. Non mi piace la mia malattia, non mi piace come mi fa sentire. A volte faccio la spavalda quando ne parlo con qualcuno, ma fingo per esorcizzare la paura di non venirne fuori… di passare il resto della mia vita schiava di questo tormento che mi impedisce di condurre una vita “normale”. Ho paura… lo so che è stupido, lo so che quando la terapia sarà consolidata starò meglio, però so anche che l’inizio è difficile, che i sintomi peggiorano. Anzi, l’ultima volta, quando ho deciso di smettere troppo velocemente, credendomi “guarita”, sono stata così male ma così male, e anche allora ho avuto problemi con te. E  il non sapere mai se e per quanto tempo ancora riuscirai a stami vicino, non mi aiuta certo ad affrontare meglio la cosa. E voglio solo credere, voglio disperatamente credere che questa volta non te ne andrai più, perché è solo questo pensiero che mi aiuta ad alzarmi dal letto la mattina… e mi fa stringere i denti e andare avanti, affrontare la tristezza, la paura, l’ansia, la mia non voglia di vivere. Perché se la mia è una malattia, io voglio guarire e averti al mio fianco non come infermiere, non come stampella… ma come un uomo innamorato che ha scelto la compagna della sua vita….

lunedì 23 aprile 2012

dal web - Gli uomini non sono donne

Chi pensa di trovare in un uomo l’anima gemella ha riposto male le sue speranze; uomini e donne sono complementari ma diversi, diversi nell’approccio con la vita, diversi nel vivere un sentimento, diversi nel manifestare una sensibilità che è solo femminile. L’empatia è appannaggio solo delle donne che sanno cogliere un malessere e rendere più facile sopportarlo. Non sono una femminista né un acida zitella, né una donna vissuta e saccente di esperienze ma una donna che ogni volta si sorprende di non aver capito quanto quello che si aspetta non è quello che lui pensa o sente di fare. Io so che lui mi ama ma a modo suo, e lo dimostra con i suoi mezzi. L’errore è spesso amare e aspettarsi in cambio lo stesso tipo di amore!

domenica 22 aprile 2012

Charles Bukowski - Il Cuore che ride

La tua vita è la tua vita.
non lasciare che le batoste
la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre.
stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte 

ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
la tua vita è la tua vita.
sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.

sabato 21 aprile 2012

Kahlil Gibran - Non tramutate l'amore in un legame

Amatevi, ma non tramutate l'amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una sola coppa. Scambiatevi il pane, ma non mangiate un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma permettete a ciascuno di voi d'essere solo.


venerdì 20 aprile 2012

Avrei solo voluto che...

Avrei solo voluto che tu mi dicessi 
non stare li da sola, vieni a mangiare da me… 
che ti coccolo e ti faccio passare la tristezza stringendoti forte…
avrei solo voluto che tu mi dicessi
vieni qui, che affrontata insieme la tristezza fa meno paura…
Avrei voluto…
ma io non oso chiedere… 
e tu non sai offrire…
o forse semplicemente è che non riesci a capire...

Blaga Dimitrova - il destino

Ma viene l'attimo quando alla porta bussa il Destino con la tua stessa mano.
Non puoi non aprirgli. E mette in fuga il silenzio con la voce tua.
Quel che è scritto per te - con calligrafia incerta sarai tu stessa a scriverlo.
Se per paura lo cancelli, cancellerai il tuo volto con il gesto tuo.
Il Destino prende dimora in te.
E dove potrai fuggire, tu, più lontano dalla tua pelle?



giovedì 19 aprile 2012

Charles Baudelaire

Sono la piaga e il coltello
lo schiaffo e la guancia
sono le membra e la ruota
la vittima e il carnefice.



The spammer queen - da facebook

Io non so come fa Lui a sopportare una come me. Io non mi sopporto; un minuto prima sono sorridente, il secondo dopo odio l'Universo. In un momento posso passare dall'essere quasi certa del suo amore al diventare ossessionata dalla paura di perderlo in qualsiasi maniera possibile. Passo dalle lacrime ai sogni, dai baci ai musetti offesi. Dalla vita alla morte, dal nervoso al relax totale. In tutti questi frangenti però, non mi dimentico di amarlo. Non so proprio come faccia a sopportare una come me.



mercoledì 18 aprile 2012

Una donna a metà

Non mi piace quando non mi baci. Non mi piace perché nella mia visione pessimista della realtà niente baci uguale niente amore. E lo so che non è vero, lo sento che mi ami. Ma rivoglio i tuoi baci, le tue carezze appassionate. Rivoglio gli occhi persi negli occhi, le labbra che si incontrano, le lingue che si sfiorano… non voglio più sentirmi una malata da accudire, voglio ricominciare ad essere una donna da desiderare…



Erasmo da Rotterdam




Gabriel Garcia Marquez

... Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perché se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio. Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli "mi spiace", "perdonami", "per favore", "grazie" e tutte le parole d’amore che conosci. Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. 



martedì 17 aprile 2012

L'amore conta, conosci un altro modo per fregar la morte? (per Giulia) - da facebook

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci abbracci e ci dica che va tutto bene. 
Anche quando non è così. 
Soprattutto quando non è così.