martedì 30 dicembre 2008

Nazim Hikmet - Forse la mia ultima lettera a Mehmet

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Saziarsi della vita, figlio mio,
è impossibile.
Non vivere su questa terra come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda:
in questo mondo devi vivere saldo,
vivere come nella casa paterna.
Credi al grano, alla terra, al mare
ma prima di tutto all'uomo.
Ama la nuvola, il libro la macchina,
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore
il dolore del ramo che si secca,
del pianeta che si spegne,
della bestia ferita,
ma prima di tutto
il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole, della pioggia e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto
godi dell'uomo.............

domenica 28 dicembre 2008

Nazim Hikmet - Ti amo come se mangiassi il pane

Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo di sale
come se alzandomi la notte
bruciante di febbre
bevessi l'acqua
con le labbra sul rubinetto
ti amo come guardo
il pesante sacco della posta
non so cosa contenga e da chi
pieno di gioia,
pieno di sospetto agitato
ti amo come sorvolassi il mare
per la prima volta in aereo
ti amo come qualche cosa
che si muove in me
quando il crepuscolo scende ...
a poco a poco
ti amo come se dicessi:
Dio sia lodato son vivo.


Mi hai chiesto quanto ti amo? Non ho abbastanza parole per spiegartelo, perché mi sembra che qualsiasi cosa io possa dire non sarebbe sufficiente a spiegare quello che provo quando mi sei vicino: quando mi guardi in silenzio, non mi servono né spiegazioni né parole, perché è come se tutto di te mi urlasse il tuo amore, per questo non ho paura e mi sento protetta e al sicuro. E Amata. Perché quello che teme di dire la tua voce lo dicono le tue labbra, i tuoi occhi e le tue mani. La tua bocca, mai sazia di baci, mi dice ti amo. Le tue mani, che mi sfiorano in continuazione mi dicono ti amo. I tuoi occhi, pozzi senza fondo in cui precipitare e perdermi, mi dicono ti amo. E nemmeno ho parole per spiegare il senso di vuoto che provo quando te ne vai. Eppure mi basta sentire il suono della tua voce al telefono che mi chiama tesoro per farmi stare di nuovo bene. Tu sei un uragano che tutto travolge e sei la mia quiete dopo la tempesta. Tu sei un fuoco che mi arde e mi brucia e sei l’acqua che spegne la mia sete. Tu sei il mio mistero più grande, eppure è come se ti conoscessi da sempre... Tu sei il mio sole a mezzanotte, la mia terra promessa. E non smetterò mai di amarti, cuore mio, vita mia, amore mio. Mai. Ti ho amato fin dalla prima volta che mi hai baciata. Ho continuato ad amarti quando tu mi hai detto ti amo per la prima volta. Non ho smesso di amarti quando te ne sei andato, ma ho continuato a farlo nell’attesa del tuo ritorno. E adesso che sei tornato… Ancora e per sempre ti dico TI AMO.

lunedì 8 dicembre 2008

Esiste il male?

Un giorno, un professore ateo sfidò i suoi alunni chiedendo: Dio ha fatto tutto ciò che esiste? Uno studente rispose coraggiosamente: "Sì, l'ha fatto!" - Proprio tutto? Chiese il professore. - Sì, proprio tutto. Rispose lo studente. Allora, Dio ha fatto anche il male, giusto? Rispose il professore. Perché il male esiste…. Lo studente non seppe rispondere, e rimase in silenzio. Il professore era visibilmente soddisfatto di aver provato ancora una volta che la Fede era solo un mito. All’improvviso, un altro studente alzò la mano e chiese: “Posso farle una domanda, professore?” “ Certamente”, gli rispose il professore. Il freddo esiste? - È chiaro che esiste - Rispose il professore - Non hai mai sentito freddo? “ In realtà, professore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della Fisica, ciò che noi consideriamo freddo, nella realtà è assenza di calore. Un oggetto può essere studiato solo quando ha e trasmette energia, ed è il calore che fa in modo che tale corpo ha e trasmette energia. Lo zero assoluto è l'assenza totale e assoluta del calore, tutti i corpi rimangono inerti, incapaci di reagire. Ma il freddo non esiste. Noi abbiamo creato questo termine per descrivere come ci sentiamo quando ci manca il calore.” - “E l’oscurità?” Continuò lo studente. - ”Esiste”.  Rispose il professore. “Di nuovo, professore, si inganna. L’oscurità è l’assenza totale di luce. Possiamo studiare la luce, ma non l'oscurità. Il prisma di Newton scompone la luce bianca nei suoi vari colori, secondo la lunghezza d’onda. L’oscurità è il termine che noi abbiamo creato per descrivere la totale assenza di luce.”  E infine, lo studente chiese: “E il male, professore? Esiste il male? Dio non creò il male. Il male è l’assenza di Dio nel cuore delle persone, l’assenza dell’amore, dell’umanità e della fede. L’amore e la fede sono come il calore e la luce. Esistono. La loro assenza produce il male”.  Questa volta fu il professore che rimase in silenzio.

E il nome dello studente?
ALBERT EINSTEIN

martedì 25 novembre 2008

La grande domanda

Se eri un bambino negli anni 60 e 70
Come hai fatto a sopravvivere ?

Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...
Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.
Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.     
Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...
Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto! 
Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile.
La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia, (si, anche con il papà).   
Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti.  La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...  
Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia  e nessuno moriva per questo.
Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet... Avevamo invece tanti AMICI. 
Uscivamo,  montavamo in  bicicletta  o camminavamo  fino a casa dell'amico,  suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare. 
Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma. 
Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità... e imparavamo a gestirli.    

sabato 15 novembre 2008

Una bella storia

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina d'anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00. Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita. Mentre mi prendevo cura di lui,gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie. Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.  Ne fui sorpreso, e gli chiesi  'E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei'? L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: "Lei snon sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei!" Dovetti trattenere le lacrime... avevo la pelle d'oca e pensai: 'Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita'.
 
Il vero amore non è fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia. Sii più gentile del necessario, perché ciascuna delle persone che incontri sta combattendo qualche sorta di battaglia.

domenica 9 novembre 2008

L'ordine naturale delle cose

Ricevuto via mail, troppo bello per non pubblicarlo

Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato dimenticato da nessuno dei presenti. Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda: 'Quando non viene aggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Non può comprendere profondamente le cose come gli altri. Dov'è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio? Il pubblico alla domanda si fece silenzioso. Il padre continuò: 'Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta la grande opportunità di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino. A quel punto cominciò a narrare una storia: Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: 'Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare?' Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno. Il padre si Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: 'Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono'. Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel petto. I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse accettato dagli altri. Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti. All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche se nessun tiro arrivò nella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo padre sugli spalti. Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta. A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita? Incredibilmente lo lasciarono battere.Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non sapeva nemmeno tenere in mano la mazza, tantomeno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza. Il primo tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a Shay. Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore. Ma il gioco non era ancora finito. A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la partita sarebbe finita. Invece...Il tiratore lanciò la palla di molto oltre l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare: 'Shay corri in prima base! Corri in prima base!' Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima base. Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione. A quel punto tutti urlarono:' Corri fino alla seconda base!' Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla. Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti urlavano: 'Bravo Shay, vai così! Ora corri!' Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta. Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia. A quel punto tutti gridarono: -'Corri in prima, torna in base!!!!' - E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero l'eroe della partita. 'Quel giorno' disse il padre piangendo 'i ragazzi di entrambe le squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed umanità'. Shay non è vissuto fino all'estate successiva. E' morto l'inverno dopo ma non si è mai più dimenticato di essere l'eroe della partita e di aver reso orgoglioso e felice suo padre.. non dimenticò mai l'abbraccio di sua madre quando tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto.

giovedì 23 ottobre 2008

Il cuore più bello del mondo - citazione:dal blog di Hitch

Non è bello ciò che è bello, ma ciò che piace...
ovvero: la vera bellezza è dentro di noi e si riflette negli occhi di chi ci ama...

C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di aver il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso. All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio che, emergendo dalla folla, disse: “Bhe, a dire il vero il tuo cuore è molto meno bello del mio”. Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla e del ragazzo. Certo quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta era pieno di grossi buchi dove mancavano dei grossi pezzi. Così tutti quanti, perplessi, osservavano il vecchio domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.Il giovane guardò com’era ridotto quel cuore e scoppiò a ridere: “ Starai scherzando!”, disse, “ Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, merntre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime”. È vero!”, ammise il vecchio, “Il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato, e spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio. Ma certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone. E chissà, forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro.Comprendi adesso che cosa sia il vero amore?”.Il giovane era rimasto senza parole e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio e gliel’offrì con mani tremanti. Il vecchio lo accettò, lo mise sul suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo. Poi il vecchio aggiunse:“Se la nota musicale dicesse:-Non è una nota che fa la musica, non ci sarebbero le sinfonie.Se la parola dicesse:- Non è la parola che può fare la pagina, non ci sarebbero i libri.Se la pietra dicesse:- Non è una pietra che può alzare un muro, non ci sarebbero case.Se la goccia d’acqua dicesse:- Non è una goccia d’acqua che può fare un fiume, non ci sarebbero gli oceani.Se l’uomo dicesse:- Non è un gesto d’amore che può rendere felici e cambiare il destino dell’uomo, non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra”. Dopo aver ascoltato il giovane guardò il suo cuore, che non era più il cuore più bello del mondo, ma che lui ora trovava più meraviglioso che mai: perché l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.
 
E come la sinfonia ha bisogno di ogni nota; come il libro ha bisogno di ogni parola; come la casa ha bisogno di ogni pietra; come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua; così io ho bisogno di te, ho bisogno del tuo amore, perché per me sei unico ed insostituibile...



domenica 5 ottobre 2008

In fondo ai tuoi silenzi

Una collana verde. Verde come il colore che amo di più. E due fotografie. Una di noi due in vacanza insieme, da sempre appesa al muro vicino al mio letto. E quella che mi hai mandato settimana scorsa, con te piccolo al mare. Tutto quello che ho di te. Oltre ai ricordi. Oltre alla sofferenza del mio cuore, che continua a  non capire cosa vuoi da me. Perché non parli una buona volta? Perché invece di continuare a fare il tira-e-molla con me non mi dici una volta per tutte cosa vuoi? Ieri sei venuto al campo. Perché? Adesso non credo più che tu ci venga solo perché ti piace lavorare con i cani. E poi la telefonata per strada. E poi il messaggio a casa…Ti aspettavi che fossi io a dirti VIENI? Non sai come avrei voluto dirtelo, non sai quanto mi è costato non farlo. Ma non l’ho fatto. Ci sono riuscita. E non te lo dirò mai più, io non ti chiederò più di raggiungermi. Sai cosa mi ha dato la forza di riuscirci? Il ricordo e la sofferenza di sabato scorso. Quando ero io ad avere bisogno di te e tu non c’eri. Dopo che l’altra domenica mattina mi avevi allontanata nel tuo solito modo, ti  ho mandato una mail con scritto che la settimana seguente il battesimo sarebbe stato di pomeriggio e che fino alle due ero libera…Era il solo modo in cui ero riuscita a dirti vieni, perché avevo paura che qualsiasi parola di troppo ti avrebbe fatto di nuovo scappare… Tu mi avevi detto che quel giorno eri “di servizio” dalle mie parti. Quindi potevi benissimo venire a dormire da me. Ma ti sei guardato bene dal farlo: perchè? Perchè sarebbe stato troppo stressante passare due sabati di seguito insieme? Ma allora perché la telefonata domenica sera? Perché se il tuo IO fa così fatica a stare con me continui a cercarmi? A volte spero di non essere solo io a stare stramaledettamente male per quest’amore che non riesco a togliermi dal cuore, per questa voglia di te che mi resta cucita addosso come una seconda pelle, per questo bisogno della tua voce e delle tue mani, e dei tuoi occhi e dei tuoi sorrisi... Se tu ieri sera invece di girarci intorno due ore mi avessi detto semplicemente -“ho-voglia-di-vederti, posso-venire-da-te?”- non ti avrei detto di no… Se alle dieci quando ti ho mandato la buonanotte avessi alzato il sedere dal divano, preso la macchina, e fossi venuto da me, ti avrei lasciato entrare, non ti avrei chiuso fuori come hai avuto il coraggio di fare tu con me…Tu non hai ancora capito che per me chiudere la porta non vuol dire smettere di amarti, ma solo smettere di cercare inutilmente di raggiungerti e di umiliarmi una volta di troppo nel tentativo di avere anche solo le tue briciole? Sono io adesso ad avere paura di te, perché non riesco a guardarti negli occhi senza sentire un brivido giù per la schiena, perché quando mi sfiori il fianco come hai fatto ieri al campo prima di andartene mi si piegano le ginocchia, perché quando sento la tua voce al telefono vorrei girare la macchina ovunque mi trovo e venire da te… perché in nessun modo riesco a smettere di amarti.  Ma mi sono comunque arresa e non ti dirò mai più “VIENI”. Se mi vuoi sai dove trovarmi. Ma non cercarmi più in fondo ai tuoi silenzi, perché lì io non ci sarò più……

mercoledì 1 ottobre 2008

Un buco nel cuore

Questa è la sensazione che provo in questo momento. Sono le sei del mattino Mi sono svegliata perché ho sentito i passi dei miei figli che scendevano le scale. Si alzano presto, per andare a scuola. Da soli. Sono ragazzi in gamba, sono una madre fortunata e lo so. Di solito io controllo che si sveglino, poi mi giro dall’altra parte e mi riaddormento per un’oretta, prima di svegliarmi di nuovo per cominciare la mia di giornata. Ma stamattina i pensieri mi hanno fregata. Sono entrati prepotenti nella testa prima che il sonno riuscisse a soffocarli. Un pensiero anzi, uno solo…. TU. Non voglio pensare che non ci sei più perché mi fa male. Ma ci sono momenti della giornata in cui il tuo ricordo arriva all’improvviso come un pugno allo stomaco che mi colpisce a tradimento, togliendomi il fiato. Sei entrato nel blog quando hai ricevuto la lettera e non pensavo l’avresti fatto. Non so cosa tu abbia letto e ancora meno so cosa tu possa aver capito. Ma non ha importanza, perché comunque non posso sapere cosa hai provato. Mi hai scritto due righe, e già non pensavo che l’avresti fatto. Quando ho ucciso il mio Buck, sei stato la prima persona a cui ho detto che avevo deciso di farlo, e tutto quello che eri riuscito a rispondermi era stato: "mi dispiace per il Buck...ma se è giunta la sua ora, fai la cosa giusta", poi silenzio. Tu vivi nel silenzio, ed è la parte di te che mi ha sempre fatto soffrire di più. Stavolta mi hai scritto una mail e non me l’aspettavo, giuro:
oggi stai bene?
Spero di si.
a presto.
E allegata c’era una piccola foto. Ti ho risposto, e ti ho chiesto se eri tu. Non riuscivo a vederla. Me l’hai rimandata ingrandita, accompagnata dalle parole:
“così sorridi un po’”:
una foto tua, da piccolo; un bambino magrolino, su una spiaggia, con lo sguardo non so se triste o imbronciato. Ma gli occhi, quegli occhi che amo tanto, sono i tuoi. Ed è tua anche la bocca, quella bocca così morbida che sa baciare così bene….Adesso basta, non voglio pensare a te stamattina, altrimenti non riuscirò ad alzarmi dal letto e ad iniziare la giornata.Ma non ci riesco, ricomincio a pensare… perché hai scritto “a presto” ? Era la prima cosa che ti è uscita a caso dalla tastiera o è stato il tuo cuore a  suggerirti le parole? Non so, al momento sono stata felice di leggere, come la sera prima ero stata felice di sentire la tua voce, inaspettata , al telefono…. Prima non mi chiamavi praticamente mai….. io amo tutto di te, ma più di tutto gli occhi e la voce, così calda e profonda. Ma ieri c’è stato solo il solito silenzio, il tuo silenzio, la negazione di te. Ed ora sono stanca, tanto stanca…. Devo incominciare a elaborare la tua mancanza, ad accettarla come una cosa definitiva. Tu non ci sei più, tu non fai e non farai più parte della mia vita. Punto e a capo. Anche se so che quando ti vedrò, perché comunque il mio cammino di vita  incrocia  per altri motivi il tuo, starò male. E l’unica cosa che vorrei in questo momento è riuscire a non provare più sentimenti. Non amare più. Nessuno. Perché l’unica cosa che ti resta poi è un buco nel cuore.
La radiosveglia è partita…. Un’altra giornata è  iniziata…


  

Grazie


Stamattina ho acceso il pc molto presto, e ho visto che stanotte qualcuno mi è venuto a trovare: la piccola PeG, nottambula a cui i  turni di lavoro  scassano le b...e, e qualche altro figlio della notte, che come lei non dorme e gira per il web. A volte chi entra è un  amico, a volte sono perfetti sconosciuti. Ma da quando trovo le loro tracce sul mio cammino, mi sento molto meglio. Per cui ora dico grazie, un grazie di cuore a tutti quelli che, incrociando il loro percorso, seppure virtuale, con il mio, mi fanno sentire meno sola.

  

lunedì 29 settembre 2008

Fanculo

Egocentrici. Egocentrici e presuntuosi. pensate che il mondo ruoti solo intorno a voi e che nient’altro esiste all’infuori di voi. Stamattina mi squilla il cel. Non rispondo, so che sei tu ma  in questo momento ho un disperato bisogno di stare sola con me stessa a riflettere. Mando un messaggio però: ”oggi non chiamarmi x piacere. Ho bisogno di staccare la testa e di non pensare a niente e a nessuno.” Quando tu mi scrivi di non chiamarti x tutto il giorno perché hai pensieri o problemi, io rispetto la tua richiesta. Perché tu non rispetti la mia? Ovviamente arriva subito un messaggio: Io so di essere strano e con tanti problemi da risolvere, bla bla bla… io in questo momento sono così, a me piaci, …quando riusciamo mi piace parlare con te e mi piace ascoltarti. Io sono così…… ecc. ecc. E che ca@@o! Quando l’altro giorno stavo male e ti ho mandato un mess.  silenzio stampa, adesso che ho bisogno del vuoto mi scrivi……Caro lupo, NON SEI TU IL PROBLEMA, io sto male per i ca@@i miei, perché ho scelto di spaccarmi il cuore, ma non per te!
Se hai bisogno di una spalla su cui piangere ci devo essere, allora sono speciale, una donna unica, non puoi fare a meno di me, una come me non la lascerai mai andare, se non ci fossi dovrebbero inventarmi ed altre carinerie sul genere che adesso non ricordo. Ma se sono io che ho bisogno di sentirmi dire anche solo: ” mi dispiace che tu stia male, ricordati solo che se hai bisogno io sono qui”…. non esisto. Fanculo, sono stufa marcia di essere speciale, se esserlo vuol dire che le cose  devono viaggiare  sempre e solo nella tua direzione!!!

sabato 27 settembre 2008

Pensavo di farcela

Pensavo di farcela. E invece non ci riesco. Mi dispiace, ma non è vero che sono forte. Nemmeno un po’. Se lo fossi riuscirei ad accettare le tue regole. Non è colpa tua, forse sei stato anche tu un bambino troppo solo, com’è stato per Fabio, e ti sei costruito un bozzolo per difenderti, che non ti permette di essere altro che così. Ma io non riesco  a resistere. Ed adesso sono io ad avere paura di te.La maglia, visto che sei così preoccupato di riaverla, te la porto alla prossima riunione. Questa volta non smetterò comunque di guardarti negli occhi o di parlarti… sto solo smettendo di cercare di averti ...
io leggo . leggo .leggo.
Io sono un libero per natura , tu  vuoi un uomo da amare e dividere tutto .
Io voglio stare da solo.
O meglio , qualche volta stare con una donna , ma non sempre.
Sai, tra il volere un uomo con cui dividere TUTTO e condividere la tua solitudine, ci sarebbero tanti modi di stare insieme. Ma tu non dai la possibilità di scegliere, né di provare altre vie. Sei tornato, ma solo per ricominciare a spaccarmi il cuore, continuando a non voler usare la parola INSIEME ed io non posso più permettertelo. Non posso permettermi di perdere un equilibrio ritrovato a fatica nell’attesa di qualcuno che mi cerca soltanto una volta ogni tanto, quando gli viene voglia di farsi una scopata.
Sono cambiata in questi mesi, tu mi hai insegnato a non credere più alle favole. Pensavo di essere cambiata al punto di riuscire ad entrare nel tuo letto solo ogni tanto, quando volevi tu, e ad entrare in altri letti quando tu non c’eri, per sopportare la tua assenza. Ma mi accorgo che questo non riesco a farlo. Non sono cambiata abbastanza.
Non ho mai smesso del tutto di scriverti, io non posso fare a meno di farlo. Solo che quello che ti scrivevo non te lo mandavo più. Se invece di scaricare solo le foto ti fossi fatto anche un giro nel resto del mio blog, avresti visto che uso ancora le canzoni per esprimermi, e che dico ancora tutto quel che penso, di altri e di te, nel bene e nel male. Ma non importa. Ormai non importa più. Perché sono stanca. Stanca di correrti dietro. Stanca di inseguire il tuo IO nella vana speranza che si stanchi della sua solitudine. Perché nelle ultime due settimane ho capito alcune cose in più di te, che mi hanno convinta che non accadrà mai. Quindi adesso sono io ad avere paura di te. Quindi io chiudo la porta. Anche se ti amo. Anche se sarai sempre nel mio cuore. Anche se domattina mi sveglierò pentita di averlo fatto. Per questo lo faccio stasera che sto male, perché so che se aspettassi domani cambierei idea. Ti auguro con tutto il cuore di incontrare un giorno la donna che possa accettare di vivere al margine della tua solitudine. Ma quella non posso essere io.
Con tutto il mio amore 


Le mamme

Allora, che tipo di madre sarò?
Quante volte me lo sono chiesta, quando ero incinta del mio primo figlio!
Di sicuro sapevo già che tipo di madre non avrei voluto essere e non sarò MAI.
Non sarò mai una madre di quelle che non taglia mai il cordone ombelicale, che tiene i figli, e in particolare quello maschio, sotto le sua ali protettrici da 0 a 100 anni, (visto che la femmina il problema se lo risolve più o meno da sé…!), di quelle che NUORA = MORTE, ovverossia IL FIGLIO E’ MIO (E DI NESSUN’ALTRA) E ME LO GESTISCO IO !!!!
Cielo quanti ne conosco di uomini così…. Uno è il padre dei miei figli. Amen. L’altro l’uomo dei miei sogni. Che ridere, probabilmente me li cerco col lanternino, girando di notte, novella Diogene….
Col primo è acqua passata, i problemi con la sua mammina sono solo un ricordo (porella, al di là di tutto dovrebbe dirmi grazie, nonostante tutto è merito mio se è la nonna orgogliosa dei miei splendidi figli!). Con il mio (mio si fa per dire) Yoghi, il primo dubbio non l’ho avuto subito, forse l’amore non rende ciechi come talpe, ma di più…. E all’inizio mi sembrava un uomo forte, tutto d’un pezzo, un orso buono e timido che se si fosse lasciato andare mi avrebbe protetta e fatta sentire finalmente al sicuro… ah ah ah, che ridere! Le ultime parole famose! Ca@@o, ma perché quella forte alla fine devo essere sempre io???
Allora, ricapitoliamo: sua madre l’ho vista una volta sola, insieme a sua sorella, pochi giorni fa; chissà come mai, ma quando hanno suonato il campanello quel giorno che ero a casa sua, per un attimo ho pensato  che mi avrebbe nascosta volentieri in bagno…. in un anno di frequentazioni passate non ero riuscita a vederle nemmeno dal buco della serratura! Una volta sola, che mi è bastata per capire tante cose...La sorella, istintivamente, mi è piaciuta subito, piccola carina e dolce, quando io mi aspettavo un donnone grande e grosso come lui. Che ritto in piedi accanto alla madre, non sembrava nemmeno lui, anche se non riesco ancora a centrare che tipo di sensazioni mi suscitava la loro “vicinanza”. La “mamma”…. Vedere lei e la mia ex suocera, è stato tutt’uno…..uno shock! Identiche! Ma non in senso fisico, intendiamoci… ma lo sguardo che mi ha rivolto, della serie CHI-È-QUESTA-E-COSA-CI-FA-IN-CASA-DEL-MIO-TESORO, u-g-u-a-le i-d-e-n-t-i-c-o allo sguardo che mi ha lanciato la mia cara ex-suocera quando sono entrata per la prima volta come morosa nella sua casa al fianco dell’amatissimo figlio!
E cosa fa una brava madre quando trova l’unico figlio ultraquarantenne e single (adesso so, non per scelta ma per impossibilità ad essere altro…) in casa solo con una donna? Va fuori dai piedi per non tornare, ovviamente! La sua no, torna entro mezz’ora (e se fossero stati in altre faccende affaccendati?) con la scusa……di portare una fetta di torta…… AGHHHHHHHHHHHHH! Sono scappata. Senza affaccendarmi in altre faccende. Me ne era passata del tutto la voglia.
Io non sarò mai una mamma così, piuttosto mi impicco, giuro!
Altra chicca? L’ultima volta che è stato a dormire a casa mia. Sabato scorso, mica cent’anni fa!!! Siamo arrivati di notte con una sola macchina, la mia, tanto al mattino dovevamo tornare entrambi in città (io abito fuori circa 30 km.). Telefono che squilla alla 8,30… chi sarà mai? Esco discretamente dalla stanza, non sono un’impicciona, io! E’ lui che mi spiega poi, (sbaglierò… ma mi sembrava un po’ a disagio…): era mia madre… ha visto la macchina nel parcheggio sotto casa, il cane abbaiava…. Si è preoccupata… (si, che tu la stessi TRADENDO con quella che da ormai quasi due anni sta cercando inutilmente di diventare la tua donna, mannaggia!!!). Se non fosse che le altre faccende le avevo già concluse….. probabilmente mi sarebbe passata di nuovo la voglia!
Conclusione: è sabato sera…….. ancora non so se il suo IO gli farà venire la voglia di farsi un giro nel mio letto… ed io qui come una scema ad aspettare una telefonata…. A dargli un’altra possibilità di spaccarmi il cuore……. QUALCUNO SA DARMI UN SAGGIO CONSIGLIO SU COME SMETTERE DI VOLERE DISPERATAMENTE SEMPRE CHI NON POSSIAMO AVERE?
In alternativa, si accettano suggerimenti su dove acquistare il libro: 1.000-MODI-PER-ELIMINARE-LE-MADRI-CHE-ROVINANO-I-FIGLI-RENDENDOLI-FOTTUTI-SINGLE-INCAPACI-DI-AVERE-UNO-STRACCIO-DI-STORIA-UN-PO'-DECENTE-CON-UNA-DONNA.

Giornata di merda

Oggi  segno il tempo.... veramente lo sto segnando da qualche giorno, ed anche se il mio costoso e ultramoderno barometro di casa da stamane ha un sole fisso grande così, il  mio barometro interiore...baca una luna mica da ridere.... odio  la pioggia!!! Oggi dovevo andare al campo a lavorare con i cani, e invece sono chiusa in casa a fare i mestieri.... che vita di merda! Scusate ma l'umore oggi è sotto la suola delle scarpe......

lunedì 22 settembre 2008

Panta rei

E un'altra volta è notte e scrivo. Ma questa volta  forse non te la mando la lettera. Per ora la metto qui nel mio blog, nel mio piccolo diario virtuale, dove non so se la leggerai o meno, ma  in questo momento non mi importa. Scrivere serve a me. Ma so che le altre le hai sempre lette, so che al di là delle mie ansie e delle mie paure comunque “sei tornato”; al di la delle tue di ansie, delle tue di paure, forse a modo tuo ci stai provando. Non so se ci riuscirai, e anche se al mio IO sentimentalmente disastrato e dolorante sembra non bastare, in realtà deve essere abbastanza.
Come sono i miei occhi?” - mi hai chiesto sabato scorso – sempre gli stessi......  rispondo adesso.
Quel giorno sono scappata, sono fuggita da te per non cedere, perché pensavo di riuscire a farcela, a resisterti. “Speravo”, mi illudevo di non amarti più. Ieri notte tra le tue braccia ho capito che non amarti non mi è possibile, come non mi è possibile vivere senza nutrirmi, senza dormire, senza respirare……..
Ma. C’è sempre un ma in ogni storia, ed anche in questa c’è. Ed è che in tutti questi mesi il tempo è passato, tu sei cambiato ma anche io sono cambiata. In bene o in male non ha importanza… panta rei, tutto scorre…. ed il fiume della nostra vita che passa non è mai fatto della medesima acqua… Ed ognuno sopravvive come può agli assalti della vita. Per non morire, per continuare a respirare senza sentirsi i polmoni soffocare nel liquido delle troppe lacrime che la vita ci ha fatto ingoiare. Ed anche io devo sopravvivere, perché continuare a dare amore a qualcuno che ti chiede tanto ma sa darti così poco non è facile. Cosa sono io per te? Non lo so, non l’ho ancora capito. Avrei voluto chiedertelo, ieri sera, ma non ne ho avuto il coraggio…
“Cosa vuoi da me?” - parole facili da dire, in fondo, ma che le mie labbra vigliacche non hanno saputo pronunciare, perché distratte dalle tue labbra morbide, dispensatrici di baci. E poi era tardi, l’attimo svanito e il cervello aveva rimosso, per comodità, per paura della risposta.....
Dare metà per uno: amare ognuno al 50%. E’ un’utopia, non accade praticamente mai. Migliaia di sfaccettature, migliaia di possibilità nel mezzo, c’è sempre chi dà di più e chi di meno. Ma agli estremi ci si ferma: io posso darti il 99% e ricevere solo l’1%... ma di meno non posso, si può morire di mal d’amore, di inedia affettiva. E le pile vanno ricaricate ogni tanto! Prima lo facevo con le pillole, farmaci contro la depressione, l’ansia, il mal di vivere che in questi ultimi anni si era fatto largo nel mio cuore. … Ma adesso basta. Me lo sono giurata che non ingoierò più nessuna pillola, IO devo reagire. Tu… tu sei la mia mezza mela, il mio amore, la mia vita…. E voglio ancora provare a raggiungere quello che chiami il tuo IO”. Ma io non sono tua, non ti appartengo, adesso l'ho capito chiaramente. E non sono nemmeno sua, nemmeno lui può legarmi, anche se al contrario di te ha sempre detto chiaramente come stavano le cose  fin dal principio: “Prendi quello che posso darti, anche se è poco; vivimi giorno per giorno, e fregatene del domani”.
Io sono la sua medicina, a vicenda ci lecchiamo le ferite, lui è il lupo che vive nel mio cuore, ed io gli voglio un mare di bene per come è. Perché riesce ad accettarmi per come sono. Perché non scappa davanti alla mia sofferenza. Alla mia “Irregolarità”. Ma non è abbastanza. E adesso  capisco che io appartengo solo a me stessa. Femminile irregolare, fatta di luce e di buio. Un’anima persa nella tempesta. Che deve imparare ad usare e non solo ad essere usata. A prendere e non solo a dare. Che deve imparare a vivere. Ma che per prima cosa deve imparare ad amare sé stessa.

  

venerdì 19 settembre 2008

Qualcosa per me

Qualcuno mi sa spiegare cosa c’è di sbagliato?
Cosa c’è di così impossibile da ottenere, quando voglio solo qualcuno che non mi faccia sentire usata standomi vicino, qualcuno che non chieda sempre e solo di essere accettato e capito per quello che è, ma che accetti e capisca ME per come sono? Io non so dire di no quando qualcuno mi chiede di essere amato, quando qualcuno chiede a me di dare….. ma se fossi io ad aver bisogno, ogni tanto, di ricaricare le pile?
  

Il mio io

venerdì 12 settembre 2008

Male oscuro

In me c’è qualcosa di insaziabile che vuol farsi sentire,
c’è un desiderio d’amore che vuol farsi sentire.
Sono notte e vorrei essere luce….


mercoledì 3 settembre 2008

Io sono metereopatica

Allora, sono finalmente sicura: sono ME-TE-RE-O-PA-TI-CA! Era da un po’ che sospettavo di avere questa splendida qualità che causa ansia, mal di stomaco e crisi varie di nervi con il cambio di alcune situazioni atmosferiche, ma mai come oggi. Già il giorno della mia partenza per le ferie ero sulla buona strada, perché la grandinata del meriggio mi aveva creato qualche problemino a livello “umorale”… tuttavia in parte avevo dato la colpa all’ansia della partenza. Ma dopo oggi, giuro che non dubiterò più delle mie proprietà……paranormali, se così posso dire! Procediamo con ordine. Ieri giornata di M.E.R.D.A, crisi iniziata la mattina e andata via via aumentando con il passare delle ore; ovviamente, visto il bel tempo non penso al mio “problemino climatico”… solo che verso le cinque del pomeriggio camminavo letteralmente sulle unghie e arrivata a casa dal lavoro ero praticamente isterica…. Ho attribuito la colpa del problema alla stanchezza (è qualche notte che dormo poco), alle crisi sentimentali (sono cotta, ma lui lo vedo poco per problemi vari e la lontananza a me non uccide i sentimenti ma crea problemi mistici del tipo: sono-una-povera-creatura-triste-e-abbandonata), all’effetto: rientro-dalle-ferie-di-nuovo-al-lavoro (ma che cavolo, ma se sto lavorando benissimo in questi giorni!) Dopo la passeggiata serale coi cani, in cui mi sono fatta accompagnare dal figlio perché ero ormai ridotta ad uno zombie che cammina, ho deciso di verificare se era un problema legato alla mancanza di sonno (una telefonata dopo cena del tesoro-mio-luce-dei-miei-occhi aveva già eliminato l’opzione crisi d’amore). Una pastiglia di melatonina per conciliare il sonno e alle 10.00 circa ero già tra le braccia di Morfeo. Stamattina giornata all’insegna del bel tempo, niente sonno ma un atroce mal di capoccia tensivo. Tornata a casa dal lavoro pomeridiano, qualche nuvoletta sparsa mi ha consigliato di anticipare la passeggiata con i miei amici a quattro zampe e suggerito di portare con me un ombrello. Ragazzi, ero appena arrivata in fondo alla stradina che mi porta verso le rive del fiume sotto casa quando un susseguirsi ininterrotto di brontolii dall’alto dei cieli mi ha  convinta ad accelerare e non di poco il passo….. troppo tardi! Secondo campo di granoturco, e già le cateratte dei cielo vomitavano litri e litri d’acqua su quello che restava del mio povero ombrello distrutto dal vento…. Quasi annegata ho raggiunto coi cani un angolino un po’ riparato dalle piante sulla riva e tremante e inzuppata mi sono rassegnata ad aspettare la fine del diluvio… fortunatamente in compagnia di un povero conoscente-pescatore che era stato sorpreso dalla procella appena sbarcato dal fiume. Per fortuna avevo con me il cellulare e visto che non accennava a smettere, ho chiamato un amico che nonostante la strada di merda dopo circa 20 minuti è riuscito a raggiungermi con la macchina e a portarmi in salvo. Una doccia calda e una tazza di tè bollente mi hanno riconciliata con il mondo e con tutti i santi del Paradiso a cui avevo rivolto pensieri irriverenti. Adesso sto BENONE. Passata l’ansia, le crisi di pianto, il mal di testa.
Spero che per un po’ il tempo……..resti  sereno!

lunedì 1 settembre 2008

Tutti uguali

Tutte le volte dico: la prossima volta sarà diverso, ma alla fine non cambia mai niente… uomini, tutti uguali: dite di volerci così come siamo ma in realtà volete un misto di mamma-amante. Una donna-mamma a cui raccontare tutti i vostri problemi e che vi asciughi le lacrime coi suoi baci. E che quando avete voglia si trasforma in un donna-amante calda e appassionata, pronta a soddisfare le vostre fantasie. Ma non deve mai mostrare le sue debolezze, mai svelare la sua tristezza o il suo bisogno di essere consolata, altrimenti vi girate dall’altra parte per non vedere! Volete messaggi e parole d’amore ma se siamo noi ad averne bisogno non potete mai. La scusa è sempre la stessa, voi siete fatti così e dobbiamo accettarlo … come siamo fatte noi… non è mai così importante! Io so quello che posso dare al mio uomo, tanto. Ma so anche che non posso più accontentarmi delle briciole né di essere messa all’ultimo posto… io ti accetto per come sei, tu sei davvero sicuro di riuscire a fare altrettanto? Caro Lupo... pensaci bene prima di rispondere... 

sabato 30 agosto 2008

Ancora sull'amore

“ Il 28 Agosto (2007) hanno trovato morto a Ponza, nel Tirreno, Alessandro Alborghetti, un ragazzo di 42 anni che fino a due anni fa abitava a Ponteranica. Faceva lo skipper sulle navi, e si è schiantato di notte sugli scogli con un gommone. Amava tantissimo il mare e le barche, e per raggiungere il mare era andato via di casa. Non voleva legami, aveva lasciato una ragazza che amava e che lo amava perché aveva paura di mettere radici...il padre di Alex (lo chiamavano così) se ne era andato via di casa quando lui e i suoi fratelli erano piccoli, e lui era cresciuto con la convinzione di non volere una famiglia e dei figli, forse perché inconsciamente credeva di non essere in grado di essere diverso da suo padre. Lei non era stata in grado di fermarlo e non aveva avuto il coraggio di seguirlo. Ed ha saputo della sua morte per caso, guardando il telegiornale alla T.V. E’ sposata, ha due figli, è una donna forte con un carattere duro. E’ andata al suo funerale, ha rivisto amici comuni e adesso è in crisi. Perché quando lui è scappato si amavano. Ma nessuno dei due aveva voluto lottare veramente per il loro amore. E adesso un amico le ha detto che lui aveva avuto altre donne, ma che fino alla fine in esse aveva rimpianto solo lei … E lei ora rimpiange di non avere insistito abbastanza per trattenerlo, di non aver provato forse abbastanza a fargli cambiare idea, di non avere avuto il coraggio di seguirlo. Quella ragazza ora è una donna, ed è mia sorella …”  

 
Queste parole le avevo scritte insieme ad altre un anno fa all’uomo dei miei sogni in una delle solite lettere che scrivevo per capire…….capire perché non riuscisse ad accettare e a ricambiare il mio amore.
E ritorno di nuovo al mio eterno dilemma: cos’è l’amore? Perché ci si innamora?
Un anno, due giorni fa era un anno che Alessandro è morto…… e lei è in crisi, dopo un anno è ancora in crisi! Perché? Ha una vita normale, una famiglia normale. Perchè è è ancora in crisi? Cos’è che rende un amore speciale, unico, indimenticabile? Il rimpianto? Il non averlo vissuto? Il non avere provato veramente come sarebbe stato? Sarebbe sopravvissuto se fosse andato avanti, nella quotidianità dei gesti, delle abitudini, delle azioni monotone dell’esistenza, di questa vita piatta ma esagitata che ci risucchia con il ritmo ossessivo-compulsivo della sua quotidianità fatta di atti ripetuti fino allo spasimo?
E quindi, di riflesso, come si uccide un amore che non vorresti più provare? Basterebbe viverlo? E’ solo quello che non possiamo avere che ci attira come falene ammaliate dalla luce? Ultimamente ho parlato con un sacco di persone più o meno giovani e non ho ancora trovato chi stia vivendo una storia d’amore felice, veramente serena e appagante. Sapete dove l’ho visto il vero amore? Negli occhi di coppie di anziani, cresciuti forse in un tempo in cui i sentimenti si provavano veramente, dove certi valori si trasmettevano ai figli nella quotidianità di una vita fatta di scelte sofferte e di rinunce che si potevano superare solo appoggiandosi veramente l’uno all’altro, dando oltre che prendendo, temprando la forza dei sentimenti con l’accettazione di voler affrontare insieme la lotta quotidiana dell’esistenza ed uscendone vittoriosi solo perché la si era affrontata uniti…
Io non voglio più vivere un amore fatto di rimpianti. Voglio provare questo tipo di amore.  Voglio vivere con il mio uomo al mio fianco, dormire con lui, svegliarmi tra le sue braccia, annoiarmi, ridere, sognare, sperare, piangere, godere, arrabbiarmi, crescere, invecchiare, soffrire, litigare, fare pace, ma VIVERE la quotidianità delle emozioni con lui. E so che prima o poi lo troverò… o forse, senza saperlo, cammina già accanto a me …
          



venerdì 15 agosto 2008

La grandinata

Ragazzi, che incubo! E' da stamattina che sto male, non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto.... e davo la colpa alla partenza. Dovevo partire stasera per le ferie e lasciare casa è una cosa che mi ha sempre messo in crisi. Ma mai come oggi. Ed allora ho deciso di partire domattina, un po' per schivare il traffico (alla tele ne hanno già dette di tutti i colori) un po' per un certo non so che allo stomaco, che è andato aumentando con il trascorrere delle ore. E adesso ho capito cos'era. Solo chi come me è metereopatico, sa quanto può influire il tempo sulle persone che hanno questa sensibilità. Ragazzi, se non sono morta di crepacuore nell'ultima ora non muoio più........... pioggia, vento, tuoni e chicchi di grandine grossi come nocciole e sparati con tanta violenza da farmi temere che mi si sfondassero i vetri delle finestre (io non ho le ante).Ed ora ho appena finito di asciugare i pavimenti, visto che i miei splendidi serramenti fanno acqua da tutte le parti!!!  Adesso spero che l'ansia passi, come esperienza una all'anno basta e avanza!!!

Una piccola storia per le persone buone

Due angeli in viaggio si fermarono per riposarsi in una casa di persone benestanti. La famiglia fù molto sgarbata e negò loro la possibilità di dormire nella stanza degli ospiti. Nella notte li fecero dormire nella fredda cantina in un piccolo angolo.  Gli angeli si stesero sul pavimento duro e freddo. L‘angelo più anziano vide un buco nella parete e lo riparò, richiudendolo. L‘angelo più giovane gli chiese perché avesse riparato quel buco. Il più anziano rispose: "Le cose non sono sempre così come sembrano." La notte successiva gli angeli pernottarono  da una famiglia povera. La famiglia di contadini fu molto più gentile. Infatti, dopo aver diviso con gli angeli quel poco cibo che avevano, li lasciarono dormire nella oro camera da letto. All’alba del giorno dopo, gli angeli trovarono la famiglia di contadini in lacrime.
La loro unica mucca, dalla quale venivano sfamati con il suo latte, giaceva morta sul prato. L’angelo più giovane si arrabbiò e chiese all’angelo più vecchio, perché avesse lasciato accadare una cosa simile: "Il primo uomo aveva tutto e tu gli hai dato un mano. La seconda famiglia aveva già poco e tu hai lasciato morire il loro unico bene." L’angelo più adulto disse: "Le cose non sono sempre come sembrano. Quando pernottammo dalla famiglia ricca nella cantina fredda, vidi che in quel buco si trovava dell’oro.Visto che il proprietario della casa era posseduto dall‘avidità e non voleva dividere il suo destino con nessuno gli riparai il buco richiudendolo. In modo che non potesse mai trovarlo. Quando invece pernottammo dalla famiglia di contadini, arrivò l’angelo della morte per prendersi la moglie del contadino. Feci lo scambio con la mucca, così l'angelo lasciò la moglie viva." 
Spesso, per vari motivi, le cose non vanno come vorresti tu.
Ma basta lasciarsi andare e fidarsi, perchè ogni cosa che accade accade per un motivo.
Magari non te ne renderai conto subito, ma con il tempo capirai…
Ci sono persone che appaiono nella nostra vita per un breve periodo ...
Ci sono persone che diventano nostre amiche e rimangono per un pò accanto a noi, lasciando meravigliose impronte nei nostri cuori...
Ieri è storia, quindi passato. Il domani è un mistero. Il presente è un dono. Per questo si chiama presente (present).
Io penso che la vita sia una cosa speciale... Vivi e godi ogni momento... Non è una prova generale! 

giovedì 14 agosto 2008

Nek - L'inquietudine

Quando il buio scende io mi siedo qui, 

libero la mente che va via e così  

guardo l'universo sento il suo fruscio 
sembra un manifesto dove sono anch'io.
Si distende su me una calma che va 
oltre le cose oltre le attese 
oltre me oltre noi, le mie difese 
oltre le cose le mani chiuse 
su di me quando c'è l'inquietudine…
È notte quando il vento muove la foschia 
seguo i lineamenti della vita mia 
il silenzio dentro non spaventa più 
ai suoi rami appendo la malinconia.
Si distende su me questa calma che va 
oltre le cose oltre le attese 
oltre me oltre noi, le mie difese 
oltre le cose le mani arrese 
oltre me quando c'è  l'inquietudine... 
L'alba mi dipinge dice ancora si 
e le mie speranze le ritrovo qui 
oltre le cose le lunghe attese 
oltre me oltre noi oltre l'immenso, 
e quando ti penso in te mi anniento 
sento che spazzi via l'inquietudine………… 

mercoledì 6 agosto 2008

Mina - Anche un uomo

Ragazza mia ti spiego gli uomini
ti servirà quando li adopererai:
son tanto fragili, fragili tu
maneggiali con cura
fatti di briciole, briciole che
l'orgoglio tiene su
ragazza mia sei bella e giovane
ma pagherai ogni cosa che otterrai
devi essere forte ma forte perché
dipenderà da te
tu sei l'amore il calore che avrà
la vita che vivrai.
anche un uomo può sempre avere un'anima
ma non credere che l'userà per capire te
anche un uomo può essere dolcissimo
specialmente se al mondo oramai
gli resti solo tu...
........................................................

Luce ed ombra - Al mio lupo

Dentro ognuno di noi c’è lato di luce e un lato oscuro, un po’ di bene e un po’ di male, una parte maschile e una femminile. Trovare un equilibrio a volte è difficile… Tu hai una parte femminile molto sviluppata, ed è un dono, ma essendo un uomo ti è difficile accettarlo! Io non accetto la mia parte maschile perché il mio vissuto mi rende difficile farlo. Se tu mi provochi e vuoi farla uscire, devi accettarne le conseguenze, lacrime comprese.  

                                                                                                  

Empatia


Si chiama empatia la capacità di comprendere quello che un’altra persona sta provando. Se è troppo forte può creare problemi,  soprattutto se dell’altro si viene a contatto con la sofferenza. Forse una donna ha l’istinto materno che l’aiuta, quindi nella stessa situazione… tu vai in crisi e ti chiudi x non stare male, io ti abbraccio, asciugo le tue lacrime e condivido con te il tuo dolore…

martedì 5 agosto 2008

Perchè mi piaci

Stasera mi hai chiesto  perchè mi piaci e al momento non ho saputo trovare le parole. Rispondo adesso: vuoi sapere perché mi piaci? Perché in questo momento sei uguale a me, un naufrago alla deriva nella tempesta. Perché sei vulnerabile, dolce, sensibile, ma nello stesso tempo freddo, determinato, istintivo. Mi piaci perché hai il cuore di un lupo. E non ho paura di te, è di me stessa che ho paura, paura di lasciarmi andare davvero, di lasciare uscire la parte selvaggia di me, quella che per tutta la vita ho cacciato in fondo alla mia anima perché avevo deciso che non mi apparteneva… 

  

Francesco Guccini - Vedi cara - adattamento


Vedi caro, è difficile a spiegare,  
è difficile parlare dei fantasmi di una mente. 
Vedi caro, tutto quel che posso dire 

è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente. 
Vedi caro, certe volte sono in cielo 
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà. 
Vedi caro, è difficile a spiegare, 
è difficile capire se non hai capito già... 
Vedi caro, certe crisi son soltanto 
segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire. 
Vedi caro certi giorni sono un anno, 
certe frasi sono un niente che non serve più sentire. 
Vedi caro le stagioni ed i sorrisi 
son denari che van spesi con dovuta proprietà. 
Vedi caro è difficile a spiegare, 
è difficile capire se non hai capito già... 
Non capisci quando cerco in una sera 
un mistero d'atmosfera che è difficile afferrare, 
quando rido senza muovere il mio viso, 
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare, 
quando sogno dietro a frasi di canzoni, 
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà... 
Vedi caro è difficile a spiegare, 
è difficile capire se non hai capito già... 
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato 
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora, 
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perché 
questo tempo dura ancora. 
Non cercare in un viso la ragione, 
in un nome la passione che lontana ora mi fa. 
Vedi caro è difficile a spiegare, 
è difficile capire se non hai capito già... 
Tu sei molto, anche se non sei abbastanza, 
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi, 
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco, 
tu sei pago del tuo gioco ed hai già quello che vuoi. 
Io cerco ancora e così non spaventarti 
quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua! 
Sii contento della parte che tu hai, 
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa. 
Cerca dentro per capire quello che sento, 
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà... 
Vedi caro è difficile a spiegare, 
è difficile capire se non hai capito già...