lunedì 30 giugno 2008

Laura Pausini - Ascolta il tuo cuore

Ehi adesso come stai?
Tradita da una storia finita
e di fronte a te l'ennesima salita.
Un po' ti senti sola,
nessuno che ti possa ascoltare,
che divida con te i tuoi guai.
Mai! tu non mollare mai!
Rimani come sei, insegui il tuo destino,
perché tutto il dolore che hai dentro
non potrà mai cancellare il tuo cammino.
E allora scoprirai
che la storia di ogni nostro minuto
appartiene soltanto a noi.
Ma se ancora resterai
persa senza una ragione
in un mare di perché
dentro te ascolta il tuo cuore
e nel silenzio troverai le parole…
chiudi gli occhi e poi tu lasciati andare,
prova ad arrivare dentro il pianeta del cuore.
È difficile capire
qual è la cosa giusta da fare
se ti batte nella testa un'emozione.
L'orgoglio che ti piglia,
le notti in cui il rimorso ti sveglia
per la paura di sbagliare.
Ma se ti ritroverai
senza stelle da seguire
tu non rinunciare mai!
Credi in te! Ascolta il tuo cuore!
Fai quel che dice anche se fa soffrire.
Chiudi gli occhi e poi tu lasciati andare,
prova a volare oltre questo dolore.
Non ti ingannerai
se ascolti il tuo cuore,
apri le braccia fino quasi a toccare
ogni mano, ogni speranza,
ogni sogno che vuoi
perchè poi ti porterà fino al cuore
di ognuno di noi.
OGNI VOLTA CHE NON SAI COSA FARE
PROVA A VOLARE DENTRO IL PIANETA DEL CUORE
Tu prova a volare
dentro al pianeta del cuore
Tu...dentro il pianeta del cuore…….

Laura Pausini - Ascolta il tuo cuore


Ehi adesso come stai?
Tradita da una storia finita
e di fronte a te l'ennesima salita.
Un po' ti senti sola,
nessuno che ti possa ascoltare,
che divida con te i tuoi guai.
Mai! tu non mollare mai!
Rimani come sei, insegui il tuo destino,
perché tutto il dolore che hai dentro
non potrà mai cancellare il tuo cammino.
E allora scoprirai
che la storia di ogni nostro minuto
appartiene soltanto a noi.
Ma se ancora resterai
persa senza una ragione
in un mare di perché
dentro te ascolta il tuo cuore
e nel silenzio troverai le parole…
chiudi gli occhi e poi tu lasciati andare,
prova ad arrivare dentro il pianeta del cuore.
È difficile capire
qual è la cosa giusta da fare
se ti batte nella testa un'emozione.
L'orgoglio che ti piglia,
le notti in cui il rimorso ti sveglia
per la paura di sbagliare.
Ma se ti ritroverai
senza stelle da seguire
tu non rinunciare mai!
Credi in te! Ascolta il tuo cuore!
Fai quel che dice anche se fa soffrire.
Chiudi gli occhi e poi tu lasciati andare,
prova a volare oltre questo dolore.
Non ti ingannerai
se ascolti il tuo cuore,
apri le braccia fino quasi a toccare
ogni mano, ogni speranza,
ogni sogno che vuoi
perchè poi ti porterà fino al cuore
di ognuno di noi.
OGNI VOLTA CHE NON SAI COSA FARE
PROVA A VOLARE DENTRO IL PIANETA DEL CUORE
Tu prova a volare
dentro al pianeta del cuore
Tu...dentro il pianeta del cuore…….

venerdì 27 giugno 2008

Anonimo - E crescendo impari

E crescendo impari che la felicità non è quella delle grandi cose.
Non è quella che si insegue a vent’anni,
quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi…
La felicità non è quella che affannosamente si cerca
credendo che l’amore sia tutto,
non è quella delle emozioni forti che fanno il “botto”
e che esplode fuori con tuoni spettacolari,
la felicità non è quella dei grattacieli da scalare,
delle sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.
Crescendo impari che la felicità è fatta di cose piccole, ma preziose,
e impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità,
che bastano le note di una canzone,
le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore,
che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità,
che basta il muso del tuo gatto e del tuo cane per sentire una felicità lieve.
E impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi,
di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore,
che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto,
che il profumo della primavera ti sveglia dall’inverno,
e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.
E impari che sentire una voce al telefono,
ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.
E impari che tenere in braccio un bimbo è una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli
che parlano delle persone che ami…
E impari che c’è felicità anche in quella urgenza
di scrivere su un foglio i tuoi pensieri,
che c’è qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.
E impari che nonostante le tue difese, nonostante il tuo volere
o il tuo destino, in ogni gabbiano che vola c’è nel cuore
un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.

Laura Pausini - Benedetta passione


E se fosse per nostalgia tutta questa malinconia
che mi prende tutte le sere ...
E se fosse la gelosia che mi fa vedere cose
che esistono soltanto nella mia mente...
E se fossero emozioni  tutte quelle sensazioni
di fastidio e di paura che ho  quando vedo i tuoi pensieri
e capisco che da ieri  tu te ne eri già andato via .....
E se fosse una canzone fatta solo per ricordare
quei momenti in cui sei stato mio eh..
E se fosse un´illusione  tutta questa benedetta passione
che per un istante mi ha portato via
che mi ha portato via...........
E se fosse un´illusione
tutta questa benedetta passione
che per un istante mi ha portato via
.....................................

Smarrito

giovedì 26 giugno 2008

Kahlil Gibran - I vostri figli non sono figli vostri

I vostri figli non sono vostri figli. 
Sono figli e figlie del desiderio ardente
 
che la Vita ha per se stessa.
 
Essi vengono per mezzo di voi,
 
ma non da voi.
 
E benché vivono con voi, non vi appartengono.
 
Potete dar loro il vostro amore,
ma non i vostri pensieri, 
poiché essi hanno i loro pensieri.
 
Potete dar dimora ai loro corpi,
 
ma non alle loro anime,
 
poiché le loro anime dimorano
nella casa del domani, 
che nemmeno in sogno vi è concesso visitare.
Potete sforzarvi di essere come loro,
ma non cercate di rendere loro simili a voi.
 
La vita, infatti, non torna indietro
 
né  indugia sul passato.
 
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli
 
come frecce viventi son lanciati.
 
L’arciere vede il bersaglio
 
sul sentiero dell’infinito
 
e vi piega con la sua potenza
 
perché le sue frecce volino veloci e lontane.  
Lasciatevi piegare con gioia 
dalla mano dell’Arciere;
 
poiché come egli ama la freccia che vola
 
così ama pure l’arco che è ben saldo”.

Cenerentola 2008

Cenerentola ora ha la bellezza di 75 anni e si trova agli sgoccioli di una vita passata felicemente assieme a suo marito, il Principe Azzurro,che, ahimè, ormai è morto da parecchi anni. Cenerentola passa le sue giornate nel terrazzo di casa sua, seduta su una sedia a dondolo, osservando il mondo con il suo gattone Bob sulle ginocchia, felice. Una bella sera, da dentro una nuvola scende all'improvviso la fata Madrina e Cenerentola le domanda stupita: - Cara Fata Madrina!!!Quanti tanti anni, che felicità rivederti! Cosa fai qui? E la Fata risponde: - dall’ultima volta che ti ho visto hai vissuto una vita esemplare: c'è qualcosa che posso fare per te? Qualche desiderio che ti potrei esaudire? - Cenerentola, confusa, allarga le braccia e, arrossendo dall'emozione, mormora: - Mi piacerebbe essere immensamente ricca. - Il principe infatti aveva sperperato nel tempo un'immensa fortuna. In un istante la sua vecchia casa dirupata diventa, come per magia, un castello nuovissimo. Cenerentola è impressionata. Il suo fedele gatto Bob si spaventa e si rintana sotto la sedia. Cenerentola grida: - Grazie Fata Madrina! - La fata allora le risponde: - Non è niente, lo meriti! Cosa ti piacerebbe come secondo desiderio? - Cenerentola china il capo, osserva le impronte che ha lasciato il tempo sul suo corpo, e dice: - Mi piacerebbe tornare di nuovo giovane e  bella come un tempo… - Quasi contemporaneamente, lei si ritrova la florida bellezza di un tempo. Cenerentola comincia allora a sentire cose che ormai non ricordava più come la passione, l'ardore giovanile, ecc. Allora la Fata le dice: - Ti resta un ultimo desiderio. Che cosa vuoi? - Cenerentola confusa spalanca gli occhi sul suo povero micione spaventato e dice: - Vorrei che tu trasformassi il mio fedele gatto Bob in un bellissimo principe! - Magicamente, Bob si trasforma in un magnifico uomo, così bello che le rondini non possono evitare di   fermare il proprio volo per ammirarlo. La fata Madrina le dice: - Auguri, Cenerentola. Goditi la tua nuova vita. - E riparte come una scintilla sulla sua scopa. Durante qualche magico istante, Cenerentola e Bob si guardano con tenerezza negli occhi. Poi Bob le si avvicina, la prende tra le sue possenti braccia e le mormora teneramente nell'orecchio: - Scommetto che ti sei pentita di avermi castrato, stronza!-

mercoledì 25 giugno 2008

Anna Maria Mori - Femminile irregolare - n.1


Il femminile irregolare è di quelle che si innamorano sempre, degli uomini, delle donne e delle cause perse, di quelle che si fidano sempre a sproposito, che si commuovono e piangono senza ritegno, di quelle che "suonala ancora sam", che urlano in casa e "che me ne frega dei vicini", di quelle che sono furbe e pagano, quelle che non hanno capito niente delle "lobby" e del "branco", quelle che sono ancora convinte che se una è brava ce la fa, quelle che sono una volta buone e una volta cattive, quelle che sono sempre imprudenti e un po' fuori posto, quelle che sono un po' esagerate negli entusiasmi e nelle depressioni, che non conoscono le mezze misure, che quando ti parlano hanno bisogno di toccarti, quelle che non riescono a fare le diete perché gli piace mangiare, quelle che non si rassegnano al cinismo, quelle che spendono tutto e di più di quello che hanno per le cosiddette stupidaggini.

Il femminile antipatico riguarda tutte le altre.
Le donne vogliono tutto e subito come i bambini: povere o ricche che siano del loro orologio biologico interno, hanno il sentimento doloroso del tempo che scorre la convinzione profonda del fatto che ogni giorno vissuto rimandando ad un altro giorno, è un tempo tolto a loro e alla vita, regalato inutilmente e stupidamente all'approssimarsi inevitabile della vecchiaia e della morte.
Uno dei grandi e quotidiani scontri tra uomo e donna riguarda l'attitudine maschile al risparmio, di sè, dei sentimenti, del parlarsi, del piacere, del vivere, contro l'attitudine femminile verso lo spendere e lo spendersi "qui e ora".
Le donne di oggi sono molto stanche, e ciò dipende in gran parte dagli uomini che hanno accanto.
Ha detto N.G.:"Penso che se ho raccontato qualcosa, forse nei miei romanzi, ho cercato di rappresentare questo: la solitudine delle donne e la fragilità degli uomini".
Le donne non sanno vivere senza sapere quello che avviene dentro di loro.
Per gli uomini il sesso è un fine, per le donne un mezzo di comunicazione. Le donne fanno all'amore con gli uomini convinte sempre che, prima o poi, riusciranno a farsi amare.
Nel mondo femminile la bugia è passata di moda. A mentire ieri come oggi, sono gli uomini, per pigrizia, per abitudine, per opportunismo.
Alcune donne faticano molto a vivere per coniugare il rispetto di sé stesse e la cura degli altri.
Le donne sognano in verticale, andare fino in fondo alle cose, analizzare il cuore delle persone, capirsi, capire.
Il femminile irregolare non risparmia niente: di sé, della sua vita, del suo corpo e dell'anima, delle sue passioni, emozioni, sentimenti, rabbie, speranze, utopie.
Gli uomini passano la vita a cercare la mamma e qualche volta la trovano perfino nella figlia femmina.
Le donne passano la vita a cercare un padre e spesso non lo trovano neanche nel loro vero padre.
Difficile dire se le donne sono più stupide o vittime.
Gli uomini curano i mali della propria anima preoccupandosi del loro corpo.
Le donne curano il corpo degli uomini, piccoli e grandi, e in premio vorrebbero che qualcuno si occupasse della loro anima: del loro mal di vivere.
L'operazione è praticamente impossibile.
  
Per chi come me si sente un po' femminile irregolare,
con la tendenza al dolcemente complicata, semplicemente.

martedì 24 giugno 2008

Fa pure


Fa pure del tuo peggio per sfuggirmi,
tu in me vivrai per tutta la vita
e vita non durerà più a lungo del tuo amore
perchè sol da questo affetto essa dipende.

La politica

Un bambino torna a casa e dice al padre:" oggi a scuola mi hanno chiesto cosa fosse  la politica, ma io non ho saputo rispondere: me lo spieghi tu papà?"
e il padre: "certo figliolo, ti faccio un esempio: 
io lavoro e porto i soldi a casa: quindi sono un capitalista;
la mamma amministra il mio guadagno e cura l'andamento della casa:
quindi rappresenta il governo;
tu sei il figlio maggiore del quale dobbiamo preoccuparci:
quindi rappresenti il popolo;
la tua sorellina che e' ancora piccola rappresenta il futuro della nazione;
la donna di servizio che lavora in casa rappresenta la classe operaia
così ti ho spiegato che cos'e' la politica".
di notte il ragazzo, svegliato dal pianto della sorellina che dorme vicino a lui,
si alza cercando di calmarla e vede che ha i pannolini slegati 
ed e' piena di cacca fino ai capelli.
Allora va in camera dei genitori per chiamare la mamma,
ma questa dorme profondamente e non sente; il padre non c'e'.
Allora va in camera della donna di servizio e bussa alla porta chiusa, ma nessuno gli risponde.
Spia dal buco della serratura e vede il padre che sta scopando con la cameriera.
Ritorna a letto e pensa:
adesso ho capito che cos'e' la politica:

- il capitalista si fotte la classe operaia
- il governo dorme e non sente un cazzo
- il popolo nessuno lo ascolta
- il futuro del paese e' pieno di merda!

Antonella Venditti - Indimenticabile

Perché indimenticabile ancora sei per me
anche se i giorni passano più duri senza te
tutte le cose che farò avranno dentro un po' di te
perché lo so dovunque andrai in ogni istante resterai
INDIMENTICABILE
Ma è solo solitudine la nostra libertà
paura insopportabile della felicità
tutti gli amori che vivrò avranno dentro un po' di te
perché lo so dovunque andrai in ogni istante resterai
INDIMENTICABILE
indimenticabile...indimenticabile
Ma se il destino è vivere nell'infelicità
vicini e lontanissimi oltre l'eternità
tutti gli amori che vivrò avranno dentro un po' di te
perché lo so dovunque andrai in ogni istante resterai
indimenticabile
indimenticabile...indimenticabile...
tutti gli amori che vivrò avranno dentro un po' di te
perché lo so dovunque andrai in ogni istante resterai
INDIMENTICABILE
indimenticabile... indimenticabile...


giovedì 19 giugno 2008

Giustizia

Significativo cartello esposto a cura di un comune italiano
(che sarebbe da prendere a esempio),
in corrispondenza dei posti auto riservati agli invalidi,
e rivolto a quei menefreghisti intelligentoni (e ce ne sono tanti) 
che occupano spesso quei posti auto pur non avendone il diritto:
  
"Se vuoi proprio prenderti il mio posto,
 allora prenditi anche la mia invalidità".

Il mio io

martedì 17 giugno 2008

Vasco Rossi - Ogni volta


E ogni volta che viene giorno, ogni volta che ritorno
ogni volta che cammino e mi sembra di averti vicino
ogni volta che mi guardo intorno, ogni volta che non me ne accorgo
ogni volta che viene giorno ...
E ogni volta che mi sveglio, ogni volta che mi sbaglio
ogni volta che sono sicura e ogni volta che mi sento da sola
ogni volta che mi viene in mente qualche cosa che non c'entra niente,
ogni volta ...
E ogni volta che non sono coerente, e ogni volta che non è importante
ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
ogni volta che non c'è proprio quanto lo stavo cercando
ogni volta, ogni volta quando....
E ogni volta che torna sera mi prende la paura
e ogni volta che torna sera mi prende la paura
E ogni volta che non c'entro, ogni volta che non sono stata
ogni volta che non guardo in faccia a niente e ogni volta che dopo piango ...
ogni volta che rimango con la testa tra le mani
e rimando tutto a domani ...


domenica 15 giugno 2008

Fatti realmente accaduti!


PROFESSORE ALL'ALUNNA: 'SIGNORINA, E' IN GRADO DI DIRMI QUALE ORGANO DEI MAMMIFERI RIESCE, UNA VOLTA ECCITATO, A RAGGIUNGERE DIMENSIONI PARI A SEI VOLTE LE DIMENSIONI DELL'ORGANO A RIPOSO?'
LA POVERA STUDENTESSA (ARROSSENDO TERRIBILMENTE): 'NON SAPREI....'
PROFESSORE: 'NON LO SA PROPRIO? CI PENSI NON E' DIFFICILE!'
STUDENTESSA (SEMPRE PIU' A DISAGIO): 'NON MI VIENE IN MENTE NIENTE....'
PROFESSORE: 'SU, PENSI ALLA VITA DI TUTTI I GIORNI...'
STUDENTESSA (IN GRAVE IMBARAZZO): 'BEH...'
PROFESSORE: 'FORZA SIGNORINA SI BUTTI!'
STUDENTESSA: 'IL PENE?'
(SCOPPIA UN BOATO NELL'AULA)
PROFESSORE (CALMISSIMO): 'COMPLIMENTI A LEI E AL SUO FIDANZATO,SIGNORINA.
COMUNQUE L'ORGANO E'LA PUPILLA'.
(Realmente accaduto durante un esame di anatomia all'Università di Parma)
======================================
UNA GIOVANE E BELLA RAGAZZA VA ALLA LAVAGNA PER SOSTENERE L'ESAME DI IDRAULICA.
IL PROFESSORE LE DA' UN GESSO IN MANO,LA GUARDA E DICE:
BENE SIGNORINA, DUNQUE, VEDIAMO UN PO'..............ECCO SI, MI FACCIA UNA POMPA!
L'AULA E' ESPLOSA IN QUASI 2 MINUTI E 40 SECONDI DI OROLOGIO TRA APPLAUSI E GRIDA VARIE.
(Università di Perugia)
======================================
IL PROFESSORE PARLA DELL'ALTO LIVELLO DI GLUCOSIO PRESENTE NEL SEME MASCHILE.
UNA STUDENTESSA ALZA LA MANO E CHIEDE:
'SE HO BEN CAPITO NEL SEME C'E'MOLTO GLUCOSIO,COME NELLO ZUCCHERO?'
'ESATTO!' RISPONDE IL PROFESSORE,
E LA RAGAZZA PERPLESSA RIBATTE:'MA ALLORA PERCHE' NON E' DOLCE?'
DOPO UN ATTIMO DI SILENZIO GELIDO LA CLASSE ESPLODE IN RISATE E URLA DA STADIO.
LA FACCIA DELLA RAGAZZA DIVENTA PAONAZZA
E RENDENDOSI IMMEDIATAMENTE CONTO DELLA TERRIBILE GAFFE, RACCOGLIE I LIBRI E SCAPPA VIA.
MENTRE STA' USCENDO DI CORSA DALL'AULA, SOPRAGGIUNGE LA RISPOSTA COMPASSATA DEL PROFESSORE:
'NON E' DOLCE PERCHE' LE PAPILLE GUSTATIVE CHE PERCEPISCONO I GUSTI DOLCI,SONO NELLA PUNTA DELLA LINGUA E NON IN FONDO VICINO ALLA GOLA!'
(Università di Ferrara , Professor Marin)

Sconosciuto - Ho imparato

Ho imparato... che nessuno è perfetto...
finché non ti innamori.
Ho imparato... che la vita è dura...
ma io di più !!!
Ho  imparato...che le opportunità non vanno mai perse...
quelle che lasci andare tu le prende qualcun altro.
Ho imparato...che quando serbi rancore e amarezza...
la  felicità va da un'altra parte.
Ho imparato... che  bisognerebbe sempre usare parole buone...
perchè domani forse si dovranno rimangiare.
Ho imparato... che un sorriso è un modo economico...
per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato...che non posso scegliere come sentirmi...
ma posso sempre farci qualcosa.
Ho imparato...che quando un figlio appena nato
 tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno...
ti ha agganciato per la vita.
Ho imparato...che tutti vogliono vivere in cima alla montagna....
ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato...che bisogna godersi il viaggio.....
non pensare solo alla meta.
Ho imparato...che è meglio dare consigli solo in due circostanze:
quando sono richiesti e quando ne dipende la vita di qualcuno.
Ho imparato...che meno tempo spreco...
più cose faccio.

Eugenio Finardi - Non diventare grande mai

Non diventare grande mai, non serve a niente sai
continua a crescere più che puoi ma non fermarti mai!
E continua a giocare a sognare a lottare non t'accontentare di seguire
le stanche regole del branco ma continua a scegliere in ogni momento
Perchè vedi l'avere ragione non è un dogma statico una religione
ma è seguire la dinamica della storia e mettersi sempre in discussione
perchè sai non basta scegliere di avere l'idea giusta
assumerne il linguaggio ed il comportamento...ma poi dormire dentro !
E il tuo dovere è di migliorarti di stare bene di realizzarti
cerca di essere il meglio che ti riesce per poi darti agli altri.
E a ognuno secondo il suo bisogno e da ognuno a seconda della sua capacità
e anche se oggi potrà sembrare un sogno da domani può essere la realtà
DA DOMANI DEVE ESSERE LA REALTA'.
Non diventare grande mai non serve a niente sai
continua a crescere più che puoi ma non fermarti mai.
E continua a giocare a sognare a lottare non t'accontentare di seguire
le stanche regole del branco ma continua a scegliere in ogni momento
Perchè vedi l'avere ragione non è un dogma statico una religione
ma è seguire la dinamica della storia e mettersi sempre in discussione
E il tuo dovere è di migliorarti di stare bene di realizzarti
cerca di essere il meglio che ti riesce per poi darti agli altri
E a ognuno secondo il suo bisogno e da ognuno a seconda della sua capacità
e anche se oggi potrà sembrare un sogno da domani può essere la realtà
DA DOMANI DEVE ESSERE LA REALTA'.
Non diventare grande mai non serve a niente sai
continua a crescere più che puoi ma non fermarti mai
ma non fermarti mai ma non fermarti mai
E continua a giocare a sognare a lottare non t'accontentare di seguire
le stanche regole del branco ma continua a scegliere in ogni momento
E a ognuno secondo il suo bisogno e da ognuno a seconda della sua capacità
e anche se oggi potrà sembrare un sogno da domani può essere la realtà
DA DOMANI DEVE ESSERE LA REALTA'.
E non ascoltare chi ti viene a dire che tanto non è successo mai
vuol dire solo che per la prima volta funzionerà qui da noi
funzionerà qui da noi.
Continua a crescere più che puoi ma non fermarti mai
ma non fermarti mai ma non fermarti mai
E continua a giocare a sognare a lottare non t'accontentare
continua a giocare a sognare, continua a cercare .........

venerdì 13 giugno 2008

John Donne - Meditation XVII

No man is an island,
Nessun uomo è un'isola,
entire of itself;
completo in se stesso;
every man is a piece of the continent,
ogni uomo è un pezzo del continente,
a part of the main.
una parte del tutto.
If a clod be washed away by the sea,
Se anche solo una nuvola venisse lavata via dal mare,
Europe is the less,
l'Europa ne sarebbe diminuita,
as well as if a promontory were,
come se le mancasse un promontorio,
as well as if a manor of thy friend's
come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi,
or of thine own were:
o la tua stessa casa:
any man's death diminishes me,
la morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
because I am involved in mankind,
perché io sono parte dell'umanità.
and therefore never send to know
E dunque non chiedere mai
for whom the bell tolls;
per chi suona la campana:
it tolls for thee.
essa suona per te. 


martedì 10 giugno 2008

Anche gli animali vanno in Paradiso

Se il Paradiso esiste è giusto che sia popolato di animali. Ve lo immaginate un Eden senza il canto degli uccelli, il garrire delle rondini, il belare delle caprette e l’apparire del buffo e curioso musetto di un coniglio? Di sicuro nel mio Paradiso ideale non possono non echeggiare miagolii da ogni angolo. Il festoso abbaiare di cani che giocano finalmente sereni.
Vogliamo negare anche questo ai poveri animali?
Si può essere credenti e praticanti o assolutamente atei, ma ciò non ci da il diritto di chiudere in faccia agli altri abitanti del pianeta le porte del Paradiso, di un sogno, di una speranza di liberazione e riscatto. Sono tante le sofferenze a cui sottoponiamo queste creature innocenti; vogliamo aggiungere alla crudeltà umana anche l’esclusiva dell’amore divino per il nostro genere? Ma forse la preclusione “zoo fobica” teologica di alcune confessioni è connaturata all’uso corrente degli animali nella vita quotidiana: allevati, divorati, cacciati, torturati, sacrificati. Ammettere che gli animali abbiano un’anima significherebbe dover rivedere molte delle nostre certezze antropocentriche e rimettere in discussione il nostro rapporto con il Creato. Significherebbe, probabilmente, non comportarsi più da padroni assoluti dell’universo, bensì da padri coscienziosi che difendono i propri figli e, si sa, la responsabilità paterna o materna non è facile da assumere consapevolmente.
Nella discussione se gli animali abbiano un’anima o meno ci vedo la contraddizione tra chi ritiene di avere avuto la terra in prestito e in dono e chi ritiene di averla vinta o conquistata. Per questi ultimi, gli animali, la natura, le risorse della Terra, sono beni materiali di immediato consumo e non rappresentano invece un patrimonio inestimabile da proteggere e conservare.
Bene, io credo che al di là delle convinzioni religiose, mistiche e spirituali di ognuno, il rispetto verso gli animali e la natura, madre di tutti noi, debba rappresentare un presupposto, un comune denominatore del convivere civile. Se gli uomini si attribuiscono l’anima questa non può essere negata a tutti gli altri animali, cugini e fratelli del genere umano, coinquilini nel grembo di “Gaia” (la Terra, vista come un unico organismo vivente, nella teoria del filosofo inglese James Lovelock). Negare questa possibilità, scindere in maniera così netta e violenta il genere umano dagli altri abitanti del pianeta significa una supponenza e presunzione che può avere solo conseguenze drammatiche: gli animali sono oggetti, “materia vivente inanimata” senza sentimenti, intelligenza e capacità di soffrire ed è quindi lecito abusarne a nostro piacimento. Sono convinto che le nuove generazioni rifiutino questa logica distruttiva da generali conquistatori, sadici e violenti. Spesso i predatori del mondo hanno bisogno di supporti ideologici e religiosi per compiere le loro nefandezze: non offriamoglieli.

Prefazione di Giorgio Celli al libro:  
Anche gli animali vanno in Paradiso, storie di cani e di gatti oltre la vita
Di Stefano Apuzzo e Monica D’Ambrosio –
Edizioni Mediterranee 2001
Con il contributo di www.bau.it

lunedì 9 giugno 2008

Eutanasia di un amore

Oggi ho ucciso il mio cane. Detto così suona molto male… Ma chiamala eutanasia, chiamala pure dolce morte, chiamala come  vuoi… il significato non cambia. L'ho ucciso. Eppure l’ho fatto perché sapevo che era l’unica cosa da fare, ero stanca di vederlo soffrire. Ciò non toglie il fatto che adesso mi senta peggio di un verme.
Lunedì scorso avevo creduto che anche stavolta ce l’avrebbe fatta, che fosse indistruttibile. Mi sbagliavo. La bocca è guarita ma lui ha smesso di nuovo di mangiare, anche le crocchette pestate, anche la zuppa di crocchette…. E purtroppo non potevo dargli niente altro, visto i suoi problemi digestivi.  Il veterinario gli ha fatto gli esami per controllare la funzionalità dei reni, e lì era tutto O.K.  Allora ha proposto di fargli una lastra allo stomaco o un’eco, ma ho deciso che non era il caso. Basta, se anche avessi scoperto che si era mangiato un’altra schifezza, cosa sarebbe cambiato? Debilitato com’era, di sicuro non avrebbe sopportato un’altra operazione. E ieri, dopo giorni di digiuno, mi sono arresa, ed ho deciso di provare con la carne, anche se sapevo che sarebbe servito solo ad accelerare il tutto. Gli ho fatto bollire del tacchino, e gliene ho proposto un poco. Ovviamente l’ha sbafato tutto e vedendo che non succedeva niente, la sera piena di speranza, gli ho servito della zuppa di crocchette (!) con deliziosi pezzetti di tacchino in umido, che ha divorato quasi completamente. E sembrava che tutto fosse in ordine fino a stamattina, quando mio figlio mi ha chiamato al lavoro per dirmi che Buck aveva vomitato tutto e che gli era venuta anche la dissenteria. Pastiglie, pastiglie, pastiglie…BASTA, MI SONO ARRESA.
Io mi sono arresa, non lui, non il suo cuore forte e generoso, che non voleva smettere di battere, nonostante tutto. Se almeno fosse morto da solo, se almeno mi avesse risparmiato di dover prendere LA DECISIONE…. Ma mentre lo vedevo rientrare in casa cadendo sull’unico gradino della soglia, quando Marco mi ha detto che aveva dovuto portarlo in braccio per fargli fare le scale del giardino, ho capito che in fondo al mio cuore avevo già deciso: BASTA, era arrivato il momento di dire BASTA. Così, uscita dall’ufficio siamo andati dal veterinario. Io, Andrea e Roby, un’amica amante dei cani che non ha voluto lasciarmi sola in questo momentaccio schifoso. E Buck. Marco non se l’è sentita di venire. Nel retro dello studio, ci siamo sedute tutte e tre per terra, ed io ho appoggiato il suo testone sulle mie gambe mentre la veterinaria gli praticava la prima iniezione, quella che sarebbe servita solo a rilassarlo e tranquillizzarlo. E mentre lo guardavo negli occhi piangendo e mi chiedevo se lui capiva quello che gli stavo facendo, lui mi leccava le mani come a dirmi di non preoccuparmi, che andava tutto bene. Roberta era preoccupata perché temeva che non si sarebbe più addormentato, i suoi grandi occhi umidi seguivano ogni movimento che facevamo. Andrea coccolava il gattino trovato l’altro giorno, l’avevamo portato con noi per sapere se era maschio o femmina. (In realtà era per evitare che Andrea non avesse nessuno da coccolare al rientro a casa. Ormai è una giovane adolescente, ed odia farsi coccolare dalla mamma!). Poi, la seconda iniezione, l’anestesia vera e propria; ha chiuso subito gli occhi ed abbandonato la testa tra le mie mani. E quando le abbiamo detto che eravamo pronte, la veterinaria gli ha iniettato l’ultima dose, quella letale. Un attimo, pochi interminabili secondi…. Una vita di ricordi che mi è passata davanti agli occhi, poi Buck se ne è andato. Il suo forte, generoso, grande cuore ha smesso di battere per sempre. Addio Buck, addio… Addio compagno di quasi tredici anni della mia vita. Tu c’eri quando il mio terzo figlio se ne è andato, quando il mio rapporto con Fabio è finito. Tu c’eri mentre i miei bambini crescevano e si incamminavano sulla strada dell’adolescenza. Tu c’eri quando stavo male e quando ero felice. Abbiamo lavorato insieme, insieme ci siamo divertiti, insieme siamo cresciuti. Ho avuto momenti belli e momenti brutti, e tu eri sempre lì, con i tuoi occhi languidi ed il tuo grande cuore. Ti ho voluto tanto bene amico peloso, tanto quanto non so dire. Sei stato il mio primo vero cane, e sarai sempre nel mio cuore. Ma all’ultimo momento, non ce l’ho più fatta e mi sono arresa…e ti ho ucciso.
Perdonami se puoi amico mio, PERDONAMI……


    

domenica 8 giugno 2008

Le parole dell'anima

Due uomini, entrambi gravemente ammalati, occupavano la stessa stanza d'ospedale. Uno dei due doveva sedersi sul letto un'ora al giorno durante il pomeriggio per espellere delle secrezioni polmonari e respirare meglio. Il suo letto si trovava di fianco all'unica finestra nella stanza. L'altro uomo era costretto a passare supino le sue giornate. I due compagni di sventura si parlavano per ore. Parlavano delle loro mogli e delle loro famiglie, descrivendo le loro case, il loro lavoro, la loro esperienza al servizio militare ed i luoghi  dov'erano stati in vacanza. Ed ogni pomeriggio, allorché l'uomo nel letto vicino alla finestra si poteva sedere, questi passava il tempo a descrivere al suo compagno di stanza tutto quello che vedeva fuori.
L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere nient'altro che per questi periodi di un'ora durante i quali il suo mondo si apriva ed arricchiva di tutte le attività e colori del mondo esterno.
Dalla camera, la vista dava su di un parco con un bel lago. Le anatre ed i cigni giocavano nell'acqua, mentre i bambini facevano navigare i loro modelli di battelli in scala. Gli innamorati camminavano a braccetto in mezzo a fiori dai colori dell'arcobaleno. Degli alberi secolari decoravano il paesaggio e si poteva intravedere in lontananza la città profilarsi. Mentre l'uomo alla finestra descriveva tutti questi dettagli, l'altro chiudeva gli occhi e si immaginava le scene pittoresche. Durante un bel pomeriggio, l'uomo alla finestra descrisse una parata che passava li davanti.
Sebbene l'altro uomo non avesse potuto udire l'orchestra, riuscì a vederla con gli occhi della propria immaginazione, talmente il suo compagno la descrisse nei minimi dettagli.  I giorni e le settimane passarono.
Una mattina, all'ora del bagno, l'infermiera trovò il corpo esanime dell'uomo vicino alla finestra palesemente morto nel sonno.
Rattristita, essa chiamò gli addetti della camera mortuaria perché venissero ritirare il corpo. Non appena sentì che il momento fosse appropriato, l'altro uomo chiese se poteva essere spostato in prossimità della finestra. L'infermiera, felice di potergli accordare questo piccolo favore, si assicurò del suo confort e lo lasciò solo.
Lentamente, sofferente, l'uomo si sollevò un poco, appoggiandosi su di un sostegno, per gettare un primo colpo d'occhio all'esterno.
Finalmente, avrebbe avuto la gioia di vedere lui stesso quanto il suo amico gli aveva descritto.
Si allungò per girarsi lentamente verso la finestra vicina al letto ....  e tutto ciò che vide fu un muro! L'uomo domandò all'infermiera perché il suo compagno di stanza deceduto gli avesse dipinto tutta un'altra realtà.
L'infermiera rispose che quell'uomo era cieco, e che non poteva nemmeno vedere il muro. "Forse ha solamente voluto incoraggiarvi", commentò.
Vi è una felicità straordinaria nel rendere felici gli altri, a discapito delle nostre proprie sofferenze. La pena condivisa riduce a metà il dolore, ma la felicità, una volta condivisa, si ritrova raddoppiata. Se volete sentirvi ricchi, non avete che da contare, tra tutta le cose che possedete, quelle che il denaro non può comperare. L'oggi è un regalo, ed è per questo che in molte lingue lo si chiama 'presente'.

Loredana Bertè - Dedicato

Ai suonatori un po' sballati ai balordi come me 
a chi non sono mai piaciuta, a chi non ho incontrato chissà mai perché ...
ai dimenticati, ai playboy finiti ed anche per me.
A chi si guarda nello specchio e da tempo non si vede più,
a chi non ha uno specchio  e comunque non per questo non ce la fa più.
A chi a ha lavorato, a chi è stato troppo solo e va sempre più giù 
A chi ha cercato la maniera e non l'ha trovata mai 
alla faccia che ho stasera,
dedicato a chi ha paura e a chi sta nei guai
dedicato ai cattivi... che poi così cattivi non sono mai.
>Per chi ti vuole una volta sola e poi non ti cerca più 
dedicato a chi capisce quando il gioco finisce e non si butta giù
ai miei pensieri, a com'ero ieri e anche per me.
E questo schifo di canzone non può mica finire qui
basta giusto un'emozione, dedicato all'amore, lascia che sia così, 
ai miei pensieri, a com'ero ieri ed anche per me!