lunedì 9 giugno 2008

Eutanasia di un amore

Oggi ho ucciso il mio cane. Detto così suona molto male… Ma chiamala eutanasia, chiamala pure dolce morte, chiamala come  vuoi… il significato non cambia. L'ho ucciso. Eppure l’ho fatto perché sapevo che era l’unica cosa da fare, ero stanca di vederlo soffrire. Ciò non toglie il fatto che adesso mi senta peggio di un verme.
Lunedì scorso avevo creduto che anche stavolta ce l’avrebbe fatta, che fosse indistruttibile. Mi sbagliavo. La bocca è guarita ma lui ha smesso di nuovo di mangiare, anche le crocchette pestate, anche la zuppa di crocchette…. E purtroppo non potevo dargli niente altro, visto i suoi problemi digestivi.  Il veterinario gli ha fatto gli esami per controllare la funzionalità dei reni, e lì era tutto O.K.  Allora ha proposto di fargli una lastra allo stomaco o un’eco, ma ho deciso che non era il caso. Basta, se anche avessi scoperto che si era mangiato un’altra schifezza, cosa sarebbe cambiato? Debilitato com’era, di sicuro non avrebbe sopportato un’altra operazione. E ieri, dopo giorni di digiuno, mi sono arresa, ed ho deciso di provare con la carne, anche se sapevo che sarebbe servito solo ad accelerare il tutto. Gli ho fatto bollire del tacchino, e gliene ho proposto un poco. Ovviamente l’ha sbafato tutto e vedendo che non succedeva niente, la sera piena di speranza, gli ho servito della zuppa di crocchette (!) con deliziosi pezzetti di tacchino in umido, che ha divorato quasi completamente. E sembrava che tutto fosse in ordine fino a stamattina, quando mio figlio mi ha chiamato al lavoro per dirmi che Buck aveva vomitato tutto e che gli era venuta anche la dissenteria. Pastiglie, pastiglie, pastiglie…BASTA, MI SONO ARRESA.
Io mi sono arresa, non lui, non il suo cuore forte e generoso, che non voleva smettere di battere, nonostante tutto. Se almeno fosse morto da solo, se almeno mi avesse risparmiato di dover prendere LA DECISIONE…. Ma mentre lo vedevo rientrare in casa cadendo sull’unico gradino della soglia, quando Marco mi ha detto che aveva dovuto portarlo in braccio per fargli fare le scale del giardino, ho capito che in fondo al mio cuore avevo già deciso: BASTA, era arrivato il momento di dire BASTA. Così, uscita dall’ufficio siamo andati dal veterinario. Io, Andrea e Roby, un’amica amante dei cani che non ha voluto lasciarmi sola in questo momentaccio schifoso. E Buck. Marco non se l’è sentita di venire. Nel retro dello studio, ci siamo sedute tutte e tre per terra, ed io ho appoggiato il suo testone sulle mie gambe mentre la veterinaria gli praticava la prima iniezione, quella che sarebbe servita solo a rilassarlo e tranquillizzarlo. E mentre lo guardavo negli occhi piangendo e mi chiedevo se lui capiva quello che gli stavo facendo, lui mi leccava le mani come a dirmi di non preoccuparmi, che andava tutto bene. Roberta era preoccupata perché temeva che non si sarebbe più addormentato, i suoi grandi occhi umidi seguivano ogni movimento che facevamo. Andrea coccolava il gattino trovato l’altro giorno, l’avevamo portato con noi per sapere se era maschio o femmina. (In realtà era per evitare che Andrea non avesse nessuno da coccolare al rientro a casa. Ormai è una giovane adolescente, ed odia farsi coccolare dalla mamma!). Poi, la seconda iniezione, l’anestesia vera e propria; ha chiuso subito gli occhi ed abbandonato la testa tra le mie mani. E quando le abbiamo detto che eravamo pronte, la veterinaria gli ha iniettato l’ultima dose, quella letale. Un attimo, pochi interminabili secondi…. Una vita di ricordi che mi è passata davanti agli occhi, poi Buck se ne è andato. Il suo forte, generoso, grande cuore ha smesso di battere per sempre. Addio Buck, addio… Addio compagno di quasi tredici anni della mia vita. Tu c’eri quando il mio terzo figlio se ne è andato, quando il mio rapporto con Fabio è finito. Tu c’eri mentre i miei bambini crescevano e si incamminavano sulla strada dell’adolescenza. Tu c’eri quando stavo male e quando ero felice. Abbiamo lavorato insieme, insieme ci siamo divertiti, insieme siamo cresciuti. Ho avuto momenti belli e momenti brutti, e tu eri sempre lì, con i tuoi occhi languidi ed il tuo grande cuore. Ti ho voluto tanto bene amico peloso, tanto quanto non so dire. Sei stato il mio primo vero cane, e sarai sempre nel mio cuore. Ma all’ultimo momento, non ce l’ho più fatta e mi sono arresa…e ti ho ucciso.
Perdonami se puoi amico mio, PERDONAMI……


    

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